Cronaca internazionale

Docente bresciano arrestato in Nepal. "Voleva rubare una statua da un tempio"

Il professor Tiziano Ronchi è stato arrestato domenica 5 marzo. Un testimone ha raccontato di averlo visto mentre tentava di trafugare alcuni reperti da un tempio. La versione della madre: "C'è stato un fraintedimento"

In foto, il professore Tiziano Ronchi
In foto, il professore Tiziano Ronchi
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Avrebbe tentato di trafugare dei reperti archeologici dal tempio di Taleju, a Bhaktapur, in Nepal. Almeno questa è la versione fornita dalle autorità locali che, domenica 5 marzo, hanno fermato ed arrestato un professore dell'Accademia Santa Giulia di Brescia, il 27enne Tiziano Ronchi. "C'è stato un grande fraintendimento", spiega al Corriere.it la madre del docente di archeologia, Nuccia Gatta. La famiglia è in contatto con la Farnesina e il Consolato di Calcutta in attesa che venga chiarita la vicenda.

La ricostruzione delle autorità nepalesi

Stando alla ricostruzione del dipartimento di archeologia del Nepal, rilanciata dai media locali, il professor Ronchi avrebbe tentato di rimuovere con un coltellino dei reperti archeologici - pare si tratti di una statua in metallo - dal tempio di Taleju, che si trova nella zona di Dubar, a Bhaktapur. A notarlo sarebbe stato un presunto testimone che ha segnalato l'episodio alle autorità locali. A quel punto, sono intervenuti i mitilari dell'esercito che hanno fermato e arrestato il docente bresciano ai sensi dell'Ancient Monuments Preservation Act 2013, si legge sul sito d'informazione Myrepublica.nagariknetwork.com. Al momento, il 27enne di Sarezzo si trova in ospedale - è una procedura intrapresa dal Consolato per evitare il carcere - ma sta bene.

La versione del professore

Diversa, invece, la versione del docente che sostiene di aver notato dei frammenti archeologici a terra, di averli raccolti e osservati per poi rimetterli a posto. "Mio figlio ama il Nepal - precisa la madre del 27enne -Quando è venuta a mancare mia madre, mi ha regalato il calco della mano di quella che era sua nonna con incisa la scritta 'famiglia' in nepalese". Quanto all'episodio contestato al figlio dalle autorità nepalesi racconta: "Tiziano aveva appena concluso l'escursione in Nepal e aveva ricevuto un encomio dagli sherpa per aver percorso in soli cinque giorni la catena dell'Himalaya. Domenica 5 marzo, quando si trovava nelle vicinanze del tempio di Taleju, ha notato dei frammenti a terra. Li ha raccolti e dopo essersi scusato, 'sorry', li ha posati". Dunque, un gendarme lo avrebbe perquisito trovandogli solo un coltellino nelle tasche dei pantaloni e nulla più. Quindi lo ha lasciato andare. Dopo pranzo, però, sarebbe stato avvicinato da alcuni militari che lo avrebbero strattonato, sequestrato lo smartphone e i biglietti del viaggio di rientro in Italia. Dapprima è stato portato in carcere poi, grazie all'intervento del Consolato italiano, lo hanno trasferito in ospedale.

Gli sviluppi della vicenda

Ieri, il console Gianluca Rubagotti è arrivato a Katmandu da Calcutta per occuparsi di persona della vicenda. "Ci troviamo in una fase delicata - conclude la madre del professore - e dunque dalla Farnesina ci hanno chiesto di contenere le informazioni per non compromettere tutto. Il console Rubagotti ci ha fatto vedere Tiziano con una videochiamata.

Per fortuna sta bene e non è stato picchiato".

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