Nazionale

La Rai vuole scioperare. Sindacato contro Meloni

L’Usigrai approva uno stop di cinque giorni per la lottizzazione: ma l’ha scoperta solo adesso?

La Rai vuole scioperare. Sindacato contro Meloni

Ascolta ora: "La Rai vuole scioperare. Sindacato contro Meloni"

La Rai vuole scioperare. Sindacato contro Meloni

00:00 / 00:00
100 %

I tempi sono da record, bisogna ammetterlo: «L’Assemblea dei Cdr e dei fiduciari della Rai proclama a larghissima maggioranza (8 voti contrari e un astenuto) lo stato di agitazione e affida a Usigrai un pacchetto di 5 giorni di sciopero». Una decisione spettacolare che fa seguito alle polemiche di questi giorni e all’uscita di Amadeus da Viale Mazzini che suscitano naturalmente una «fortissima preoccupazione» e che si riassumono così: «Mentre da un lato si registra la fuga di alcuni dei volti noti della Rai verso altri competitor - con inevitabili ripercussioni anche sugli ascolti e sui bilanci aziendali - dall’altro non si difende l’autonomia del Servizio Pubblico dalla politica». In sostanza si contesta «la volontà di trasformare il Servizio Pubblico nel megafono dei partiti, e all’azienda gli accorpamenti di testate calati dall’alto che svuoterebbero Radio1 della sua vocazione all news - si legge nella nota dell’assemblea dei cdr e dei fiduciari Rai e la mancata volontà di indire una selezione pubblica per sostituire gli oltre 100 colleghi usciti dalla Rai negli ultimi anni, il mancato rispetto degli accordi sindacali sugli organici nella Tgr, l’assenza di risorse per stabilizzare i precari che lavorano nelle reti, i tagli alle troupe e la disdetta da parte del vertice del premio di risultato». Un rosario di recriminazioni che ha un solo limite, che poi si ripete nel tempo: si recita solo quando al governo non c’è la sinistra, altrimenti l’indignazione è molto, molto meno calorosa. Non a caso il sindacato Unirai liberi giornalisti Rai precisa che «non parteciperemo a scioperi “politici” per non essere strumentali». Meno male che Fiorello c’è. In queste settimane di tensioni, polemiche, indiscrezioni e insinuazioni su Amadeus lui è l’unico a scherzare, a riderci su, a stemperare e soprattutto a mescolare serio e faceto, verità e ironia e fantasia. Il suo potere è esattamente questo: essere preso sul serio anche quando non è serio. Ieri a Viva Rai2! è stato scintillante: «Warner sta trattando per acquistare il polo giornalistico di La7». Boom. Obiettivamente non è una novità perché la voce circolava già quando Cairo sembrava cedesse La7 per entrare in politica. Ma adesso. Adesso sarebbe una bomba perché Warner è una consociata di Discovery e Discovery ha appena concluso l’operazione televisiva dell’anno, ossia il trasferimento della corazzata Amadeus dalla Rai al Nove. Se davvero Discovery avesse anche un canale di news allora si potrebbe parlare davvero di terzo polo tv e gli assetti generali cambierebbero davvero anche dal punto di vista politico. «Mentana ha già il cartellino con la scritta “scontato del 20%”, è già in partenza. Appena si comprano l’informazione hanno fatto già il terzo polo: Rai1, Canale 5 e il Nove». In effetti è uno scenario televisivamente quasi apocalittico. Ma c’è di più: «Dopo Amadeus via anche Floris. Lui fa il giro della morte, dopo la Rai è stato a La7, ora salta l’8 e andrà al Nove». In ogni caso, a stretto giro La7 ha risposto su X con un filo di decisa ironia: «Caro Fiore, noi stiamo bene qui. Abbiamo anche un bel divano e per te c’è sempre posto». In sostanza, nulla di fatto. Però c’è sempre un però. E se Discovery davvero avesse questa strategia e questi obiettivi? Se volesse coronare la campagna acquisti acquisendo anche un canale che polarizzi ulteriormente l’informazione tv? Sono scenari imprevedibili ma non imprevisti visto che i capitali di cui può servirsi il gruppo sono sostanzialmente illimitati. In sostanza, se Discovery decidesse, potrebbe mettere sul piatto un’offerta difficilmente rinunciabile e sicuramente ricchissima, strepitosamente ricca. Per ora no, almeno pubblicamente.

Poi vedremo.

Commenti