Dopo settimane di tensione e polemiche, la famiglia Trevallion-Birmingham sta tentando di riportare a casa i tre bambini allontanati dal Tribunale dei minorenni. Il lavoro dell’avvocato Giovanni Angelucci parte proprio dalle criticità indicate nel decreto che ha disposto il collocamento in comunità. Lo riferisce Open, che ha ricostruito i primi sviluppi della strategia difensiva del legale dei genitori dei minori.
Il ricongiungimento passa dalla casa nel bosco
La piccola abitazione in pietra acquistata nel 2021 — appena 40 metri quadrati immersi nella campagna tra Palmoli, Tufilo e San Buono — è stata uno degli elementi centrali del provvedimento. Mancanza di bagno interno, assenza di allacci alle utenze, riscaldamento con bombola e acqua prelevata da una fonte sono stati valutati come rischi concreti per i bambini. Per rispondere alle contestazioni, la difesa ha presentato un progetto di ristrutturazione: l’aggiunta di un bagno collegato a un sistema di fitodepurazione, una stanza in più per i figli e adeguamenti strutturali generali. Secondo l’avvocato, è già stato rilasciato anche un certificato di idoneità statica, utile a smentire i dubbi sulla sicurezza dell’edificio.
Scuola, socialità e istruzione fuori dai circuiti tradizionali
Altro punto chiave: la scolarizzazione. I bambini seguivano un percorso di "unschooling", senza frequentare una classe tradizionale. I giudici hanno rilevato difficoltà linguistiche in italiano e una carenza di socializzazione con i coetanei. La famiglia sta ora formalizzando l’istruzione parentale tramite un istituto comprensivo del territorio. Rose Utopia potrà accedere alla terza elementare, mentre Galorian e Bluebell inizieranno un percorso riconosciuto e monitorato attraverso una scuola affiliata.
Vaccini, controlli e un rapporto complicato con la sanità
La vicenda ha sollevato questioni anche sul fronte sanitario: i bambini hanno ricevuto solo le vaccinazioni alla nascita e i genitori, in più occasioni, avrebbero rifiutato controlli medici e accertamenti richiesti dai servizi sociali. Una posizione che, per il Tribunale, può rappresentare un rischio per la tutela della salute dei piccoli. I genitori difendono le loro scelte come parte di uno stile di vita naturale e consapevole, ma la difesa dovrà dimostrare l’intenzione di collaborare almeno sui controlli ritenuti indispensabili.
Un caso che ha acceso lo scontro pubblico
L’allontanamento dei minori ha generato un’ondata di reazioni, dividendo l’opinione pubblica tra chi denuncia un’ingerenza dello Stato nella vita familiare e chi considera le misure adottate necessarie per la protezione dei minori. Il dibattito si è rapidamente spostato sul terreno politico e culturale, trasformando il caso in un simbolo del confronto fra libertà educativa e obblighi di tutela.
Il ricorso e la speranza del rientro
Il ricorso dell’avvocato Angelucci sarà depositato nei prossimi giorni. L’obiettivo è duplice: prima ampliare i contatti tra i bambini e i genitori, poi ottenere il rientro nella casa nel bosco una volta completati i lavori.
Una storia che, oltre gli aspetti procedurali, racconta il tentativo di conciliare una scelta di vita fuori dagli schemi con gli standard che lo Stato ritiene necessari per garantire la crescita dei minori. La decisione del Tribunale dirà se questa convivenza sarà possibile.