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"Se verremo sanzionati è colpa di Malta". L'Ong frigna ancor

Ha eseguito arbitrariamente un secondo intervento dopo aver ottenuto il porto e ora la Sea Eye punta il dito contro Malta che non ha recuperato i migranti nelle sue acque SAR

"Se verremo sanzionati è colpa di Malta". L'Ong frigna ancora

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La nave Sea Eye potrebbe incorrere in una multa e in un fermo al momento del suo arrivo del porto di Ortona per un secondo intervento effettuato dopo aver ricevuto il pos. Un intervento non coordinato alle autorità italiane ma gestito autonomamente in acque SAR maltesi. Consapevole di aver violato il decreto Piantedosi, dopo essersi lagnata per non aver ricevuto Pozzallo come porto di sbarco dei migranti, ora la Ong accusa Malta di essere responsabile dell'infrazione commessa, perché non è intervenuta per il soccorso alla nave.

Le politiche dello Stato insulare sono ormai chiare: si attiva solamente quando le navi sono in imminente ed evidente pericolo. Per le sue valutazioni, evidentemente, la barca con 32 migranti nelle acque SAR di sua competenza non lo era e da qui parte l'iniziativa spontanea di Sea Eye su chiamata di Sea Bird. Un soccorso interamente coordinato dalle Ong, che ha fatto più che raddoppiare il numero di migranti a bordo della nave, passati da 17 a 49. Ora, consapevoli che all'arrivo in Italia verranno sanzionati per un intervento totalmente arbitrario, dalla Sea Eye cercano di difendersi addossando le responsabilità a Malta, accusandoli implicitamente di errata valutazione. Ancora una volta, una Ong pretende di insegnare a un Paese come gestire i propri confini, inserendosi di prepotenza in un contesto del quale non ha alcuna competenza ufficiale.

"L'obbligo secondo il diritto internazionale di aiutare le persone in difficoltà in mare pesa più delle leggi nazionali. Se Sea-Eye verrà ora punito è soprattutto perché le autorità maltesi non svolgono più i loro doveri di coordinamento", dicono da Sea Eye. Eppure, nonostante l'intervento in SAR maltese, come mai la nave non ha effettuato le manovre che era solita fare in Italia, quando si posizionava a ridosso delle acque territoriali premendo finché non otteneva un porto? Era a poche miglia dall'isola e a bordo ha un numero ridotto di migranti. Perché, nonostante le vibranti lamentele sull'assegnazione di Ortona, preferisce risalire l'Italia e non premere su Malta?

La risposta è ovvia ma quel che continua a essere stucchevole e riprovevole è che le Ong continuino a usare la tragedia di Cutro come leva contro i Paesi mediterranei. Nonostante sia stato più volte dichiarato, anche dagli stessi migranti, che la navigazione procedeva correttamente finché lo scafista non ha sbagliato la manovra e preso la secca, dalle Ong continuano strumentalizzare l'accaduto. L'ultima è proprio Sea Eye: "Queste persone erano in grave pericolo dal momento della partenza. Le numerose vittime dell'incidente navale davanti a Crotone all'inizio dell'anno mostrano le terribili conseguenze se gli attori statali reagiscono troppo tardi".

Ancora una volta un tentativo di deviazione della realtà per puro interesse personale da parte della flotta civile.

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