
La violenza dei collettivi e dei gruppi pro Pal sembra essere sfuggita di mano, come dimostra l'aggressione subita da un docente dell'università di Architettura Iuav di Venezia. L'uomo, professore a contratto, è stato raggiunto mercoledì mattina in una calle della città lagunare da un gruppo di persone, probabilmente studenti, che l'hanno accusato di essere vicino al rettore Benno Albrecht e di condividerne i progetti in Medio Oriente.
Come riferisce il Corriere della sera, il gruppo ha tentato di colpire il professore e di spingerlo all'interno di un canale ma il docente, che ha conoscenze di arti marziali, è riuscito a parare tutti i colpi e a evitare il peggio. Rendendosi conto che il loro bersaglio non era facile da aggredire, i pro Pal si sono allontanati di corsa, facendo perdere le proprie tracce. I contorni di questa vicenda sono agghiaccianti, le modalità dell'aggressione ricordano troppo da vicino quelle antisemite di Amsterdam di novembre 2024 e, ovviamente, quelle degli anni più cupi dell'Europa. "Quanto successo è gravissimo e frutto di un clima carico di tensione. Per me e per altre persone non è più così semplice camminare per Venezia, non sappiamo cosa possa succederci", ha dichiarato il rettore Albrecht in una comunicazione inviata al personale della facoltà.
Emerge un sentimento di paura che si pensava non dovesse più trovare cittadinanza in Italia e in Europa e, invece, i movimenti pro Pal hanno riportato in vita ciò contro cui si è combattuto a lungo. "Quanto è accaduto è un attacco alla libertà personale inaccettabile e genera un clima di paura e di tensione che compromette la natura dell’Università come luogo di confronto, dialogo e rispetto reciproco", ha aggiunto il rettore. Stando alla prima ricostruzione, il docente si stava dirigendo a Ca’ Badoer, una delle sedi dello Iuav, quando ha incrociato il gruppo. Non è chiaro se lo stessero aspettando o se si trovassero lì per caso, ma quando lui ha chiesto di poter passare ha subito la violenta aggressione.
"Faccio appello alla responsabilità della nostra comunità per riuscire a vivere la differenza di visioni e di posizioni in un clima di rispetto e soprattutto di non violenza", conclude la nota di Albrecht.