"Chi meritava di più di essere uccisa?". Il sondaggio choc tra gli studenti

Il quesito è comparso in una chat di una scuola di Bassano del Grappa. La denuncia di Women for Freedom: “Non è una battuta fuori luogo, ma una mancanza totale di empatia”. L'autore ha scritto una lettera di scuse

Instagram - Woman For Freedom
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“Giulia Tramontano, Mariella Anastasi, Giulia Cecchettin: chi meritava di più di essere uccisa?”: questo il sondaggio comparso nella chat degli studenti di una scuola di Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza. Una domanda choc legata a tre tra i femminicidi più cruenti della storia italiana recente e a cui gli studenti partecipanti dovevano rispondere.

La chat Whatsapp in questione è stata pubblicata sul profilo social di Women for Freedom, l’associazione umanitaria impegnata nella lotta contro la violenza e la discriminazione di genere. La denuncia è perentoria: “È difficile perfino scriverlo. È difficile crederci. Perché questa non è solo una bravata di cattivo gusto. Non è una battuta fuori luogo, ma una mancanza totale di empatia. È uno specchio rotto in cui si riflette una parte della nostra società che ancora non capisce, o non vuole capire, quanto sia profonda la ferita del femminicidio... Non basta dire 'sono ragazzi’, perché chi crea un sondaggio del genere sa benissimo che sta ferendo. Sta scegliendo di calpestare il dolore...”.

"Un sondaggio simile non può essere derubricato a scherzo. Dietro ci sono delle vite umane. La gravità di quanto accaduto non può restare tra le mura della classe" ha sottolineato Luisa Rizzon, presidente dell'associazione, che ha invitato tutti a una riflessione più ampia. “Ciascuno di noi può fare qualcosa” ha rimarcato: “Il cambiamento nasce proprio dai piccoli gesti, dalle parole, dall'eliminazione dei pregiudizi e degli stereotipi. Serve educazione al rispetto nelle scuole".

Scoppiata la bufera, l'autore del sondaggio ha scritto una lettere di scuse. "Sono mortificato per ciò che ho scritto e ritengo di dover porgere le mie scuse ai genitori di quelle donne, ai loro parenti e ai loro amici, a tutte quelle persone che hanno subìto o subiscono episodi di violenza, alle mie compagne e ai miei compagni e a tutti coloro che restano giustamente sconcertati anche solo nell'apprendere simili notizie" quanto recita la missiva visionata da LaPresse. "Mi scuso umilmente per ciò che ho scritto" ha aggiunto: "Mi rendo conto della gravità delle mie parole, soprattutto nei confronti delle tre vittime, di tutte le vittime di femminicidio e di coloro che hanno perso una figlia, una madre, una familiare o un'amica in un modo così atroce. Non posso neppure immaginare il loro dolore, lancinante come se un pezzo di cuore fosse stato loro strappato all'improvviso, lasciando un vuoto che neppure il tempo potrà mai colmare".

"Si è accorto subito di aver fatto una sciocchezza e ha cancellato immediatamente. Ma oggi 'verba volant, screenshot manent'", il commento a LaPresse dell'avvocato Aldo Benato, che difende l'autore del sondaggio. "Quel sondaggio è rimasto in chat meno di un minuto" ha tenuto a precisare il legale: "Lui si è reso conto di quello che aveva scritto e ha cancellato. È stato sicuramente qualcosa di cattivo gusto, ma ha riconosciuto di aver commesso un errore". Il sondaggio, ha proseguito l'avvocato, è maturato in un contesto in cui "si dicevano molte sciocchezze", e a quanto accaduto "si è dato un grande rilievo mediatico". L'autore del sondaggio si è detto anche pronto, "più avanti, a promuovere e pagare di tasca propria un incontro sui temi del rispetto, della parità di genere e del misurare le parole".

"Quanto accaduto nella chat di un gruppo di ragazzi di Bassano del Grappa lascia molta amarezza e dimostra un alto grado di immaturità e di insensibilità. La scuola saprà prendere i provvedimenti opportuni non solo per sanzionare comportamenti così gravi, ma anche per richiamare alla cultura del rispetto": queste le parole del ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Sulla vicenda è intervenuto anche il governatore del Veneto Luca Zaia, parlando di "segnale allarmante": "È difficile credere che una chat simile possa davvero esistere. Quanto emerso suscita sgomento e solleva interrogativi profondi sul percorso che ancora resta da compiere per contrastare la violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto".

"La denuncia di Women for Freedom rivela uno scenario agghiacciante che deve essere gestito con la massima fermezza dai genitori e dagli insegnanti" la sottolineatura di Mara Carfagna: "Non serve scatenare una caccia alle streghe, ma dobbiamo tutti interrogarci sul modo in cui la scuola e ogni altro agente educativo debbano agire sul tema dei femminicidi, della parità, del rispetto per gli altri e, più in generale, della vita umana. Il fatto che un gruppo di ragazzi abbia potuto scherzare su tre orribili delitti e sulla scia di lutto e dolore che questi si sono portati dietro costituisce un campanello d’allarme che non può essere sottovalutato. Forse a quegli studenti farebbe bene qualche mese di servizio sociale in un centro antiviolenza, per capire qual è la realtà della sofferenza su cui scherzano".

La chat dell'orrore ha acceso il dibattito in rete. Interpellata dall'Adnkronos, Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro, non ha utilizzato troppi giri di parole: "Fa male. Da mamma di una ragazza violentata e massacrata in quella maniera e - di riflesso - da vittima anche io, fa male sentire dei giovani fare una chat simile e fare un sondaggio". La madre della 18enne violentata, uccisa e fatta a pezzi a Macerata ha invocato provvedimenti nei confronti degli autori del sondaggio: "Bisogna sensibilizzare di più al rispetto: in questa cosa non vedo empatia dai ragazzi, non vedo rispetto, vedo calpestare il dolore che hanno vissuto le vittime e il dolore che viviamo noi famiglie. Se fosse successo a loro, a una loro amica, a una loro sorella?". Secondo la Verni, inoltre, andrebbero aperti "centri di ascolto per i giovani; la scuola ha un grande compito, gli insegnanti dovrebbero fare corsi specifici ma tutti noi abbiamo una responsabilità: anche le famiglie e i giovani vanno ascoltati e aiutati".

Le tre donne citate sono state al centro di casi di cronaca nera al centro del dibattito pubblico.

Giulia Cecchettin è stata uccisa con 75 coltellate all’ex fidanzato Filippo Turetta; Giulia Tramontano è stata avvelenata e assassinata dal compagno Alessandro Impagnatiello mentre era incinta al settimo mese; era invece al nono mese di gravidanza Mariella Anastasi, ammazzata e carbonizzata dal marito Salvatore Savalli.

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