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"Uno squarcio nelle nostre coscienze". Conferita la laurea a Giulia Cecchettin

La giovane donna brutalmente assassinata dall'ex fidanzato quel titolo di studio l'aveva conquistato fino in fondo. La ragazza è morta a cinque giorni dalla discussione della tesi

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L'applauso lungo e fragoroso ha accompagnato la cerimonia di conferimento della laurea alla memoria di Giulia Cecchettin, da oggi dottoressa in Ingegneria biomedica. L'università di Padova ha consegnato alla famiglia della ragazza la pergamena che attesta l'assegnazione del titolo di studio. La giovane donna brutalmente assassinata dall'ex fidanzato quella laurea l'aveva conquistata fino in fondo. Le era sfuggita di mano per colpa di Filippo Turetta, che l'ha uccisa a soli cinque giorni dalla discussione della tesi. La proclamazione è stata fatta dalla rettrice dell'Università di Padova Daniela Malpelli, la quale ha ricordato la deliberazione del senato accademico che si è espresso lo scorso 12 dicembre per conferire a Giulia Cecchettin la laurea alla memoria.

La laurea alla memoria

Il 16 novembre scorso i fiocchi rossi sulla cancellata della villetta a Vigonovo, in provincia di Venezia, avevano raccontato la speranza di papà Gino, della sorella Elena e del fratello minore di vedere Giulia tornare a casa. Ora la sedia vuota nell'aula universitaria rende reale il suo omicidio. La 22enne è stata accoltellata più volte e poi abbandonata vicino al lago di Barcis. Il suo cuore ha smesso di battere la sera dell'11 novembre scorso, ma la voce di chi l'ha amata da allora continua a farsi sentire. Un femminicidio trasformato in simbolo del patriarcato e che il padre della vittima ha chiesto di trasformare in un'opportunità "perché ciascuno si faccia un esame di coscienza per migliorare, soprattutto nei riguardi delle donne". Una rivoluzione nel linguaggio e non solo. Nell'aula magna dell'Ateneo, oltre ai familiari di Giulia, erano presenti il ministro dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini e le autorità, tra cui il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Vigonovo Luca Martello.

Il ricordo dei familiari

"Cara Giulia, mia dolce Giulia - ha detto la sorella Elena - tu non sai quanto io sia fiera di te, ti ho sempre ammirato tanto per come eri, carina dolce e sveglia, ti ho sempre visto come un piccolo genietto. Dicevi sempre di non avere memoria, però guarda cosa sei riuscita a fare: sei riuscita ad essere una così brava studentessa in ingegneria, una facoltà che sapevo non essere la più affine al tuo animo romantico, eppure ce l'hai fatta alla grande". La giovane ha poi continuato: "Ci ha sempre fatto sentire una famiglia, anche quando e morta la mamma. Hai fatto tante belle cose per te stessa, per noi e dobbiamo ricordarcelo sempre. Però non dobbiamo dimenticare mai quante cose avresti potuto fare se non ti fosse stata tolta la possibilità di farlo. Non dobbiamo dimenticarcene, perché a nessuna altra donna venga tolta la possibilità di farlo".

Emozionato il papà Gino. "Giulia, hai provocato uno squarcio nelle coscienze, nella mia per prima. In questi giorni ho incontrato molti amici e persone che ti conoscevano - ha affermato - e mi hanno raccontato episodi che non sapevo ma che confermano ancora una volta quanto speciale tu fossi. Ero fiducioso che avresti fatto grandi cose ma non mi rendevo conto di che gigante tu fossi". Gino Cecchettin ha ribadito ancora una volta la sua promessa: "Farò il possibile perché il tuo esempio di vita possa spingere le persone a riflettere sull'importanza dell'empatia e della solidarietà che tu nella tua semplicità hai incarnato in modo esemplare. Inutile dire che non c'è giorno in cui non sentiamo la tua mancanza. Mi manchi, ci manchi più dell'ossigeno. Sarai per sempre nel mio cuore e di chi ti ha amato e conosciuto. Almeno oggi vorrei che il tuo nome fosse elevato non solo al tragico femminicidio, ma ad onorare la tua straordinaria essenza".

L'intervento della rettrice dell'università

Ad aprire la cerimonia di conferimento della laurea alla memoria di Giulia Cecchettin è stata la rettrice dell'università di Padova Mapelli. "Mai come in occasione del terribile femminicidio di Giulia - ha evidenziato - il concetto di comunità si è fatto concreto, lo si poteva toccare con mano. L'ondata di apprensione prima, l'orrore e sdegno poi si riverberavano qui a Palazzo Bo, cuore del nostro Ateneo. Con grande pudore chiedo a tutte e tutti di provare a regalare a Giulia un sorriso. Oggi consegniamo la sua laurea agli affetti più cari. Oggi proviamo a festeggiare la laurea della nostra studentessa Giulia Cecchettin". La rettrice ha emozionato i presenti quando ha parlato di Giulia. "Era un primo violino - ha raccontato - ovvero un punto di riferimento. Quando noi docenti facciamo lezione individuiamo tra gli studenti un primo violino, cioè uno studente che tra tutti può darci un feedback. Giulia era così".

L'amica di studi

Anche l'amica che ha il suo stesso nome ha voluto ricordare Giulia Cecchettin. "Era spensieratezza e libertà - ha dichiarato - era leggerezza e bontà. A oggi i sogni di Giulia sono diventati i sogni di tutti noi, i suoi sogni continueranno a vivere per sempre attraverso di noi perché la storia di Giulia ci deve insegnare che mai a nessuno devono mai essere strappati, a nessuno deve essere tolta la libertà di vivere".

Le parole del ministro Bernini e del governatore Zaia

Il ministro Bernini ci ha tenuto a far sapere che la laurea alla memoria di Giulia era "un atto dovuto". L'esponente del governo ha sottolineato: "Questi sono temi che non hanno un colore politico, sono temi che ci uniscono tutti. Ognuno di noi deve fare qualcosa: non esiste l'indifferenza, è un insulto a Giulia. L'idea di dedicarle un'aula e dei premi è molto bella". Il governatore del Veneto Zaia ha rimarcato l'importanza di non dimenticare mai il fenomeno della violenza contro le donne."Bisogna continuare a pronunciare il suo nome e quello delle molte Giulia e Vanessa - ha ribadito - per non dimenticare, per restituire la dignità e il coraggio alle donne vittime di violenza. Oggi è anche l'occasione per riflettere sulla parità di genere, sulla necessità a tutti i livelli della società di un cambiamento, di rispetto e di collaborazione su questi temi.

Per evitare che altre donne subiscano una tale violenza si deve lavorare insieme contro ogni forma di sopruso, fisico, psicologico e anche economico".

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