Lo stupro durato un'ora e le tracce biologiche: è caccia all'immigrato di San Zenone

La vittima 18enne ha lottato un'ora per liberarsi e ha fornito un identikit sommario: le forze dell'ordine chiedono le immagini delle telecamere per trovare l'aguzzino

Lo stupro durato un'ora e le tracce biologiche: è caccia all'immigrato di San Zenone
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L'incubo della 18enne stuprata a San Zenone mentre andava a prendere il treno è durato circa un'ora: per 60 minuti l'uomo, identificato come un nordafricano del quale sono ancora in corso le ricerche, l'ha picchiata e violentata senza pietà, facendo di lei ciò che ha voluto. Non ha avuto fretta: era in un luogo isolato, circondato dalle campagne, nei pressi della ferrovia e di un sottopassaggio. Impossibile sentire le urla della giovane vittima, la cui vita è stata rovinata per sempre. "Era di carnagione scura, con i capelli ricci", ha spiegato la 18enne ai carabinieri che stanno indagando, fornendo un identikit sommario del suo aguzzino.

È stata la stessa adolescente a chiamare il 112 per chiedere aiuto, non c'erano testimoni a quell'ora della notte, non c'era nessuno che potesse soccorrerla. I sanitari l'hanno trovata con diverse echimosi e un trauma cranico: la ragazza ha lottato con forza per un'ora per liberarsi dal suo aggressore. Sabato ha trascorso la serata in compagnia di sua sorella prima di incamminarsi verso la stazione da dove avrebbe dovuto prendere il treno alle 23.04 per rientrare a casa. Ora i carabinieri fanno un appello a tutti i residenti della zona e delle aree limitrofe: chiedono di fornire le immagini delle telecamere di sorveglianza, vogliono appurare se qualche fototrappola possa averlo ripreso, anche di sfuggita, per provare a capire chi sia. Ma intanto sul luogo dell'aggressione gli investigatori hanno individuato tracce biologiche che potrebbero appartenere allo stupratore. Sono un inizio molto valido per la sua identificazione, per proseguire e indirizzare le indagini.

"Leggo discorsi maschilisti inaccettabili: qualcuno si chiede cosa ci facesse una ragazza in stazione a mezzanotte. Ma stiamo scherzando? Tornava a casa dopo aver visitato un familiare. La sua vita è stata segnata per sempre, non accettiamo colpevolizzazioni", ha dichiarato il sindaco Arianna Tronconi. Purtroppo la verità è che le donne in Italia vivono come se ci fosse un coprifuoco non ufficiale e non dichiarato: da una certa ora in poi, quando si fa buio e le persone in strada iniziano a diradarsi, è troppo pericoloso stare da sole in luoghi isolati. E non è giusto che si debba vivere nella costante paura di essere oggetto di malintenzionati o che le proprie figlie possano esserlo.

Però, purtroppo, l'elevata presenza di soggetti invisibili, senza nulla da perdere e pronti a tutto per ottenere quello che vogliono, rende le donne un bersaglio fin troppo facile la notte. Serve maggiore attenzione e sicurezza, maggiore tutela per permettere a tutti di vivere la città in qualunque momento vogliano.

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