Maxi frode dei supermarket cinesi in Italia: quanto hanno sottratto al fisco

È stato arrestato il manager cinese dei supermercati Aumai con l'accusa di una frode milionaria: in manette anche alcuni collaboratori, ecco come avvenivano gli illeciti

Maxi frode dei supermarket cinesi in Italia: quanto hanno sottratto al fisco
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È finito in manette il "re" dei supermercati cinesi sparsi su gran parte d'Italia, il proprietario Chen Wenxu che ha fondato la catena Aumai con una quarantina di punti vendita soltanto al Nord Italia. L'arresto è stato effettuato dalla Guardia di Finanza di Monza con l'accusa di frode fiscale per mezzo di false fatture e un'evasione fiscale superiori ai sei milioni di euro che raggiunge la cifra complessiva di 20 milioni di euro considerando anche presunti altri profitti illeciti e un sequestro preventivo che la GdF ha stabilito in una cifra maggiore di sei milioni.

Il risultato delle indagini

Oltre a Wenxu, la misura cautelare è stata presa anche nei confronti una manager cinese che si trova ai domiciliari e altri due collaboratori che si sarebbero prestati alle attività illecite: oltre al divieto di continuare a svolgere la loro attività da imprendintori, è scattato anche il divieto di espatrio, devono quindi rimanere in Italia. L'indagine sta icoinvolgendo la Guardia di Finanza della Brianza e di Brescia che indagano a 360 gradi sulle frodi.

Come avvenivano gli illeciti

La Procura di Monza ha ricostruito come si sarebbe sviluppato il meccanismo che, oltre ai già citati supermercati, riguarderebbe anche il settore dell'abbigliamento con la creazione di una rete capillare di società che facevano da filtro per l'emissione di fatture per operazioni mai avvenute. Anche in questo caso, le attività si svolgevano sull'intero territorio nazionale e gestite da cittadini cinesi che sarebbero incensurati. Le Fiamme Gialle hanno messo fine a queste imprese "filtro" grazie a un lavoro basato sulle perquisizioni informatiche e di analisi contabili che solo all'apparenza sembravano a norma e in regola ma nascondevano la mancanza di aziende alle spalle: non si è trovata traccia di locali, uffici, magazzini così come i lavoratori impiegati. Nessuna traccia nemmeno dei beni dichiarati.

Qual era lo scopo

Dalle prime ricostruzioni, questa macchina organizzativa è stata messa in piedi dagli indagati per poter consentire a 14 imprese titolari dei supermercati di evadere sistematicamente le tasse. Con un fatturato annuo intorno ai 60 milioni di euro, quasi la metà di quei proventi (oltre 20 milioni) sarebbe stato utilizzato per operazioni inesistenti. Tra il 2019 e 2020, poi, sarebbero stati evasi altri sei milioni di euro. Le indagini hanno consentito agli investigatori di portare alla luce un sistema "multi-layered", che coinvolge diversi strati, nel commercio dell'abbigliamento.

Chen Wenxu, nato nel 1976, è arrivato in Italia ormai oltre 20 anni fa con un business molto ampio tant'é che si è ingrandito soprattutto con i supermercati e un centro nevralgico specialmente al

Nord Italia dove ha fatto i maggiori investimenti: come ricorda Il Giornale di Brescia, è suo il grande centro commerciale di Agrate Brianza per il quale aveva investito una cifra superiore ai 50 milioni di euro.

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