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"Temevamo il rimpatrio". I clandestini giustificano così il dirottamento

Una volta scoperti, i clandestini temevano di essere rimandati in patria, da qui il tentativo di sequestro alla nave turca sventato dai reparti speciali italiani

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Il tentativo di sequestro e dirottamento della nave cargo turca Ro-ro Galata Seaway si è concluso nel migliore dei modi grazie all'intervento degli uomini dei reparti speciali delle nostre forze armate. I militari del Gico, quelli del San Marco e la Guardia costiera hanno operato affinché la nave fosse messa in sicurezza nel più breve tempo possibile per evitare maggiori rischi all'equipaggio.

I militari sono riusciti a riprendere rapidamente il controllo della nave ma c'è voluto tempo per individuare tutti i 15 clandestini che hanno tentato l'assalto. Sarebbero partiti con la nave turca, nascosti nella stiva, e raggiunto il Tirreno hanno tentato il dirottamento mentre Galata Seaway era in navigazione verso la Francia.

"Quando ci hanno scoperti avevamo paura che ci fermassero per rimpatriarci", hanno dichiarato i clandestini alle autorità italiane, che stanno conducendo le indagini. Sarebbe questa la giustificazione addotta per l'azione di tentato dirottamento della nave. Una spiegazione che dovrà essere verificata ma che non può essere utilizzata per giustificare il sequestro nella nave. All'arrivo degli incursori, i 15 hanno tentato di sparpagliarsi a bordo della nave: alcuni di loro si sono nascosti sotto i camion, altri sopra i container.

Sono stati individuati grazie alle telecamere a circuito chiuso attive a bordo della cargo. L'operazione è durata in tutto alcune ore ma l'intervento dello squadrone elitrasportato è stato pressoché immediato dopo l'sos lanciato dall'equipaggio. Nel corso della bonifica, sono stati trovati due coltelli e un taglierino: potrebbe trattarsi, è l'ipotesi al vaglio, delle armi utilizzate per minacciare l'equipaggio, per questo motivo sono stati sequestrati. La polizia giudiziaria ne ha denunciato a piede libero tre per porto d'armi.

Al momento, la nave non è stata autorizzata a lasciare le acque territoriali italiane e non riprenderà il mare in direzione della Francia. Prima devono essere concluse le indagini da parte della procura di Napoli. Nei confronti dei 15 clandestini, che hanno dichiarato di essere siriani, iracheni e afghani, verranno al momento applicate le procedure ordinarie previste per i migranti, in attesa delle valutazioni che la procura di Napoli farà nei prossimi giorni. Resta in piedi l'ipotesi dell'incriminazione per dirottamento, che dovrà essere valutata dal sostituto procuratore Enrica Parascandolo.

Intanto, i 13 uomini sono stati accompagnati in un centro di accoglienza mentre le due donne in ospedale.

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