Cronaca locale

Il terrazzo, le felpe e la fuga sui tetti: così i vandali della Galleria sono riusciti a scappare

Quando la polizia locale ha raggiunto il frontone della Galleria, i vandali non c'erano già più: ecco come hanno fatto a far perdere le loro tracce

Il terrazzo, le felpe e la fuga sui tetti: così i vandali della Galleria sono riusciti a scappare

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Il terrazzo, le felpe e la fuga sui tetti: così i vandali della Galleria sono riusciti a scappare

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I video in cui i tre vandali imbrattano il frontone dell'arco di ingresso della Galleria Vittorio Emanuele II ormai circola ovunque. Rimbalza di profilo in profilo sui social e in tanti si domandano: come hanno fatto a sfuggire? Sì, perché i tre hanno avuto il tempo di salire, imbrattare e poi far perdere le proprie tracce sotto il naso della polizia locale di Milano. I turisti e i cittadini che nella tarda serata di ieri, lunedì 7 agosto, si trovavano in piazza Duomo per godere di un po' d'aria fresca hanno assistito alla scena con urla di disapprovazione verso gli autori.

Vestiti di nero e incappucciati, i vandali sono stati ripresi sia dai cellulari dei presenti che dalle telecamere di videosorveglianza di piazza del Duomo, attive 24 ore su 24 e puntate anche sull'ingresso della galleria. Sarebbero riusciti a passare salendo dal terrazzo di uno dei locali attigui. Gli agenti della polizia locale di Milano impegnati nei soliti giri di perlustrazione della piazza, li hanno sorpresi attorno alle 22.30 ma mentre che i ghisa salivano, i tre sono riusciti a darsi alla macchia. Hanno trovato una via di fuga dai tetti degli edifici accostati alla galleria, scendendo poi verso qualche strada laterale o all'interno di uno dei cortili e non si esclude che abbiano trovato una scala di servizio utile allo scopo. Durante l'azione, i vandali indossavano abbigliamento con cappuccio scuro senza segni di riconoscimento, il che rende molto difficile l'identificazione dalle telecamere di sorveglianza. Inoltre, non è escluso che i tre, una volta tornati al piano strada, siano riusciti a togliere le felpe, nascondendole negli zaini o buttandole in qualche cassonetto lungo la strada o in qualche angolo non presidiato, in modo da agevolare la propria fuga.

"Devono pagare fino all'ultimo centesimo", ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando i fatto. Ha definito "deficienti" i vandali e assicurato: "Li prenderemo. Non possiamo accettare che le nostre città e la nostra cultura siano continuamente imbrattate e vandalizzate". Il sindaco di Milano ancora tace, non esprime il suo pensiero su quanto accaduto, ma da Palazzo Marino le opposizioni alzano la voce. "Milano ha tollerato fin troppo questo tipo di delinquenti, tanto che nel corso degli anni la sinistra li ha coccolati anche tutelandoli. Basti pensare ai centri sociali, perennemente accuditi dalla giunta milanese, o agli ecovandali di ultima generazione per i quali a oggi il sindaco Sala non si è ancora espresso sulla volontà o meno dell'amministrazione a costituirsi parte civile nel processo", ha dichiarato Samuele Piscina, segretario cittadino della Lega e consigliere comunale di Milano.

Quindi, il leghista ha concluso: "Chi ha deturpato uno dei monumenti più belli d'Italia deve pagare ogni centesimo necessario per ripulirlo, così che i costi non debbano essere sostenuti dai milanesi. Un po' di lavori socialmente utili rimuovendo i tag da edifici che non richiedano un restauro sarebbe un'ottima pena aggiuntiva per questi delinquenti". Stefano Maullu, deputato e coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, aggiunge: "Il danneggiamento del simbolo di Milano sfregiato a opera di writer che hanno lasciato la loro firma deturpando il frontone dell'ingresso alla Galleria da piazza del Duomo, è l'ulteriore conferma di una città fuori controllo, presa d'assalto da delinquenti di ogni genere. Serve una stretta preventiva e meno tolleranza".

Indignazione è stata espressa anche da Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, consigliere comunale del partito a Milano e commissario provinciale: "Il dubbio che siano passati attraverso gli uffici comunali è molto forte, dunque mi chiedo: come è stato possibile? Al loro posto, per quanto estremamente grave il loro gesto, avrebbe potuto esserci anche un terrorista. La sicurezza, persino in centro, è inesistente". Quindi, Sardone conclude: "Preoccupa anche la stella a cinque punte disegnata ieri sera dai writers: avremo mai delle spiegazioni da qualcuno? Quello che è certo è che gli imbrattatori professionisti, delinquenti a tutti gli effetti, sono stati troppo spesso coccolati dalle giunte di sinistra. E questi sono i pessimi risultati.

Il Comune si costituisca parte civile immediatamente ed eviti che a pagare le spese della pulizia siano i milanesi".

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