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Tutte le altre Caivano in Italia, tra crimine e degrado

Le periferie delle città italiane sono spesso martoriate da fenomeni di spaccio di droga e da occupazioni abusive

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In questi giorni, ovviamente, si continua a parlare dell'allarme degrado a Caivano, visto il terribile caso di violenza sessuale compiuto ai danni di due bimbe di 10 e 12 anni. A rendere ancora più inquietante quanto accaduto nel comune appartenente alla città metropolitana di Napoli, peraltro, è il fatto che non si sia trattato di un episodio isolato: nessuno potrà mai scordare l'efferato omicidio della piccola Fortuna Loffredo, la bambina di soli 6 anni che fu stuprata e quindi lanciata dall'ottavo piano di uno dei palazzoni del Parco Verde nel 2014.

L'attenzione mediatica viene attirata solo quando si verificano casi di cronaca del genere, eppure ciò che è accaduto a Caivano è solo la punta dell'iceberg del degrado e della violenza che riguarda e accomuna decine e decine di periferie delle città italiane.

Non solo Caivano

Uno degli esempi più noti della Capitale è il quartiere di Tor Bella Monaca. Qui, solo per citare un episodio recente, lo scorso martedì 29 agosto don Coluccia, sacerdote anti-spaccio, è scampato a un tentativo di investimento da parte di un ragazzo a bordo di uno scooter durante una marcia organizzata nel rione: il prete si è salvato grazie all'intervento del suo agente di scorta. Un quartiere, quello di Tor Bella Monaca, dove il traffico di sostanze stupefacenti, spesso affidato a giovanissimi, avviene tranquillamente alla luce del sole

Non va meglio nel quartiere nordorientale di San Basilio, dove non solo ragazzini ma anche anziani insospettabili vengono assoldati dagli spacciatori per fare le vedette e avvisare dell'eventuale arrivo delle forze dell'ordine. Degrado imperante anche lungo la Tiburtina, dove la fabbrica dell'ex Penicillina, abbandonata da anni, è diventata territorio di stranieri irregolari nonostante innumerevoli quanto vani tentativi di sgombero.

Oltre Caivano, a Napoli c'è la situazione difficile di Scampia, che nell'immaginario di tutti è associata alle famigerate Vele, quattro su sette delle quali sono state abbattute con la convinzione di arginare il problema. C'è anche l'esempio nobile di Marcianise, quartiere duro ma anche terra di riscatto per tanti giovani che nel pugilato hanno trovato il modo per uscire dal fango di una quotidianità tragica e costruirsi un futuro.

In questo elenco non può mancare un riferimento alla condizione dello Zen di Palermo, in cui si registra uno dei tassi di abbandono scolastici più alti d'Italia e nel quale giovani e giovanissimi cercano di lasciarsi la miseria alle spalle spacciando droga. Ancora in Sicilia, ma in questo caso a Catania, c'è Librino, quartiere progettato dall'architetto giapponese Kenzo Tange e martoriato dalle occupazioni abusive, tra cui spicca quella del "palazzo di cemento", noto centro di degrado e criminalità.

Dal Sud al Nord la situazione non cambia, dato che nelle periferie di grandi città come Milano, Torino, Genova e Padova si trovano le medesime problematiche. A Torino c'è l'esempio di Porta Palazzo, piazza del mercato principale della città, il cui cortile, per lungo tempo utilizzato come base da numerosi spacciatori di droga, è stato sgomberato solo di recente.

Quarto Oggiaro a Milano, il "Bronx", non se la passa meglio visto che anche qui lo spaccio è affidato ai giovanissimi. Poco più di un mese fa per le vie del quartiere un ragazzo è stato accoltellato con un coccio di bottiglia per una sigaretta negata.

Le celebri palazzine di via Anelli a Padova, oggi in fase di ristrutturazione, ricordate anche per l'erezione di barriere anti-spaccio, sono state per anni simbolo di degrado della città.

Allo stesso modo si sta cercando di recuperare anche Begato, alla periferia nord di Genova, un tempo noto come "quartiere dei morti ammazzati" per l'alto numero di omicidi: il restyling, che dura da oltre un anno, è partito con l'abbattimento della Diga Rossa e della Diga Bianca, palazzi simbolo del degrado.

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