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"Vi spiego perché nelle inchieste serve il metodo d’assalto"

Filippo Roma - inviato e conduttore de Le Iene, tra i super ospiti della masterclass di The Newsroom Academy di video giornalismo investigativo diretta da Alessandro Politi e organizzata da Il Giornale e InsideOver - racconta perché il metodo Iene è indispensabile per arrivare alla notizia

"Vi spiego perché nelle inchieste serve il metodo d’assalto"

Nel mirino per il “metodo d’assalto”, criticate per lo stile imboscata, a volte snobbate per quell’eccesso di spettacolarizzazione che potrebbe trasformere l’inchiesta in mero show. Le Iene sono un programma di giornalismo investigativo sui generis. Che piace e fa discutere. Filippo Roma - inviato e conduttore de Le Iene, tra i super ospiti della masterclass di The Newsroom Academy di video giornalismo investigativo diretta da Alessandro Politi e organizzata da Il Giornale e InsideOver - ci ha spiegato perché l’elemento spettacolo e il taglio irriverente sono la chiave del successo e della riuscita del programma.

Cosa rispondi a chi accusa Le Iene di trasformare il giornalismo in spettacolo?

Ma è esattamente quello che facciamo. La caratteristica de Le Iene è che le nostre inchieste sono anche spettacolo: è il tratto che distingue il nostro programma rispetto ad altri. Dentro le inchieste de Le iene c’è lo show, c’è l’action, c’è quello che reagisce male, rincorre l’inviato e poi lo mena…e questo è spettacolo! Poi, c’è anche il tratto ironico da parte dell’inviato, che crea a sua volta spettacolo. Sono tutte caratteristiche tipiche del nostro modo di fare giornalismo. Io, anche quando faccio le inchieste più serie e giornalisticamente rilevanti, cerco sempre di introdurre elementi di show, perché sono essenziali per tenere lo spettatore agganciato all’inchiesta. Quindi, il nostro è un giornalismo spettacolo, dove il termine spettacolo non deve essere considerato negativamente, ma come un punto di forza.

Spesso siete nel mirino anche per il vostro “metodo d’assalto”. Lo rivendichi o qualche volta pensi di aver esagerato?

Lo rivendico fortemente. Se non usassimo questo che viene definito forse un po’ impropriamente “metodo d’assalto”, ma che più che altro è un’intervista a sorpresa, non potremmo mai mandare in onda i servizi. Perché io non potrei chiamare al telefono il politico o il truffatore di turno per chiedergli se mi riceve. Chiunque viene contattato da noi sa che dovrà ricevere delle domande molto scomode, quindi nessuno, di certo, ti mette tappeti rossi o ti offre il tè. Al fine della realizzazione dei nostri servizi, il cosiddetto “metodo d’assalto” è essenziale, e tra l’altro viene usato anche da importanti giornalisti internazionali come Michael Moore, noto per utilizzare il “metodo d’assalto” e le imboscate quando realizza i suoi documentari.

Filippo Roma è tra i super gli ospiti della masterclass di videogiornalismo di inchiesta di Alessandro Politi. Ci spiegherà come crearsi uno stile personale per fare giornalismo in tv. Scopri il programma e gli altri ospiti della masterclass

Un esempio in cui è stato decisivo e uno in cui, forse, si poteva evitare.

Non si può mai evitare. Perché se vuoi raccontare pienamente una vicenda, tu non puoi altro che cogliere i protagonisti di quella vicenda di sorpresa: è una cosa a cui non puoi rinunciare! Non c’è mai stato un caso in cui mi sono detto: “Forse era meglio evitare”. L’imboscata è sempre necessaria.

Mentre l’editoria fatica, in tv sembra esserci ancora margine per fare questo mestiere. Quanto conta lo stile personale, trovare una propria cifra di raccontare i fatti per “sfondare”?

Lo stile è tutto. In televisione la cifra personale è tutto, perché non è il cinema, dove conta la capacità attoriale. Un attore deve uscire da se stesso e rappresentare un personaggio, mentre chi fa televisione deve coincidere completamente con quello che è. E più il tratto è originale, divertente, ironico, interessante e perspicace, più quel personaggio avrà successo.

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Che consigli daresti a chi pensa di provarci oggi?

Il consiglio che do a un giovane che intende intraprendere la carriera televisiva, anche nell’ambito del giornalismo investigativo, è quello di essere se stesso, totalmente se stesso, anche con i propri difetti e le proprie “sporcature”.

Perché solo se sei completamente te stesso, vero con te stesso, allora sarai vero anche per il pubblico.

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