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"E adesso vi denuncio". Il trans contro i vigili di Milano

Ha ammesso di essere su di giri per l'alcol e la droga e di aver dato testate al divisorio dell'auto ma ora il trans annuncia denuncia contro gli agenti che l'hanno arrestata

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Dopo le interviste rilasciate ai giornali, in cui il contraddittorio è talmente debole da diventare assist, Bruna, il transessuale brasiliano protagonista (suo malgrado) del video in cui viene arrestato da quattro agenti della polizia locale di Milano, ha annunciato dalle colonne del Corriere della sera di volerli denunciare. Supportata con la massima spinta ideologica e senza la minima ragion critica dalla sinistra, che ne ha fatto in poche ore il suo nuovo baluardo, non è escluso che in queste ore abbia ricevuto imbeccate da parte di una certa politica che ne vuole fare un'ariete per la sua lotta strumentale.

Nelle sue interviste, il transessuale ammette di essere stata parecchio su di giri in quei frangenti: "Ero agitata, quello sì: la sera prima avevo bevuto un po’ e fumato uno spinello. La polizia è arrivata perché stavo litigando con cinque peruviani ubriachi che mi insultavano". Ma Bruna nega di avere l'AIDS e di aver minacciato gli agenti: "Non è vero però che li ho minacciati: io non ho quella malattia. L’unica cosa che ho fatto è stata mordermi la mano dal nervoso. Quando mi arrabbio, mi arrabbio, ma non sono violenta".

Mentre la versione della polizia locale viene passata al setaccio e da più parti si afferma possa essere falsa, quella della transessuale viene accolta come verità assoluta senza contraddittorio. In un caso come questo, in cui è già aperto un fascicolo da parte della procura e sono in corso indagini interne sui più livelli, il rischio è quello di influenzare, in un modo o nell'altro, l'opinione pubblica.

Bruna nega anche di essersi denudata davanti ai bambini della vicina scuola elementare: "Non mi sono spogliata e non ho dato fastidio a nessun bambino. Là non c’erano bambini". La transessuale fornisce anche una versione diversa di quello che sarebbe accaduto all'interno della vettura della polizia locale: "Ho dato alcune testate contro il plexiglas. Poi, quello che era il capo ha detto all’altro di fermare l’auto: 'Adesso gli diamo delle botte'. Ho avuto paura, tanta paura. E ho pensato: scappo, ci provo. Uno ha cercato di prendermi per i capelli per farmi scendere, ma io l’ho spinto via, sono scappata. Ho provato a nascondermi in un’aiuola ma mi hanno trovata".

Confermando anche nell'intervista al Corriere della sera che solo la poliziotta sarebbe stata cordiale con lei, ha quindi annunciato la denuncia: "Gli altri mi hanno picchiato perché volevano farlo, volevano. Mi insultavano, mi hanno ammanettata, mi hanno spruzzato di nuovo lo spray negli occhi: il bruciore mi faceva impazzire. È stato bruttissimo. Mi sono sentita trattata come un cane.

Ora voglio denunciarli, sì, è giusto così".

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