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“Avevo bevuto e fumato…”. Il racconto della donna trans e la difesa della polizia locale

Dice di non aver fatto nulla di male ma i verbali della polizia locale raccontano altro: l'arrestata protagonista del video virale ora dà la sua versione

“Avevo bevuto e fumato…”. Il racconto della donna trans e la difesa della polizia locale

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Proseguono le polemiche sull'arresto della 41enne transessuale brasiliana a Milano per mano di quattro agenti della polizia locale. Le immagini diventate virali immortalano le ultime fasi di quella che, stando ai verbali consegnati alla procura, è stata un'azione complicata che si è svolta in più fasi, e durata oltre un'ora, a causa delle intemperanze della persona fermata. La procura di Milano ha aperto un fascicolo per violenza aggravata dall'abuso della pubblica funzione, per il momento a carico di ignoti in attesa di ascoltare sia i poliziotti che la transessuale, che risulta essere senza fissa dimora e che è stata denunciata a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale.

La versione della transessuale

"Sono molto impaurita, ieri sera ero stanchissima mi bruciavano gli occhi e avevo male alla testa e al fianco dove ho preso le botte", ha spiegato Bruna, così come è conosciuta in zona, sulle colonne de la Repubblica. La sua versione dei fatti diverge da quella verbalizzata: "Ero molto agitata ieri mattina avevo litigato con alcuni sudamericani ma non è vero che ero nuda al parco. Ero su di giri, sono un tipo molto agitato, avevo bevuto la sera prima e avevo fumato uno spinello. Ma non ho fatto nulla di male non ho picchiato nessuno. Dalla rabbia mi sono morsa le braccia e mi sono fatta dei tagli".

Parla di percosse ricevute dagli agenti e giustifica la fuga dall'auto per la paura di ricevere altre botte: "Mi sono nascosta dietro a un'aiuola ma mi hanno trovata. Io ero seduta avevo le braccia alzate dicendo di non picchiarmi. Invece ho preso colpi in testa, al fianco, ancora alla testa. Mi sono sentita trattata come un cane". Nel suo racconto, anche quello che sarebbe successo dopo l'arresto: "Mi hanno lasciata ammanettata sulla macchina per venti minuti fuori dall'ufficio dei vigili. Avevo caldo male agli occhi. Anche in auto mi hanno colpita insultandomi".

La difesa della polizia locale

Da più parti si parla dell'eccesso di forza adoperato dagli agenti contro la persona oggetto del fermo e su questo sono già state aperte inchieste e indagini interne. "Il soggetto che è stato colpito dagli agenti nelle fasi più concitate del fermo ha avuto zero giorni di prognosi e non ha avuto problemi di tipo fisico", spiega oggi Daniele Vincini, del sindacato Sulpl polizia locale, sottolineando che diversamente è andata per i poliziotti finiti in ospedale a causa delle percosse della transessuale. "Il sangue che si vede nelle riprese era sangue conseguente a una rissa che c'era stata prima delle 8.15, momento in cui sono stati richiesti al parco Trotter i miei colleghi da un genitore che lamentava il fatto che questo fosse praticamente nudo", aggiunge il sindacalista.

"Se li guardate bene sono tutti colpi indirizzati solo a prendere l'attenzione. Non ci poteva essere contatto fisico", sottolinea Vincini.

Certo che "era meglio che non ci fossero" ma "il problema vero è che aveva dimostrato di essere accondiscendente al fermo, poi quando i colleghi si sono avvicinati li ha aggrediti sputando loro addosso, sul viso, saliva con sangue".

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