Lampio dibattito suscitato da «il Giornale» merita una messa a punto, dal momento che unabile attività disinformativa, realizzata da un manipolo di reazionari, ha oscurato alcuni dati di fatto.
1) Ciò che impropriamente viene definita «Nazione Ligure» non può essere riferita alla Repubblica di Genova, dal momento che, sotto il profilo storico, i rapporti tra Genova-Città e lintera Liguria non sono mai stati idilliaci. Basta un banale approfondimento in merito alla storia di Savona, Oneglia, San Remo, per rendersene conto. Confondere Genova con tutta la Liguria è un grave errore.
2) In territorio ligure non venne votato il plebiscito per lUnità dItalia, semplicemente perché... la Liguria era una realtà inesistente, in quanto, essendo ormai da tempo provincia napoleonica, era priva di identità.
3) Molti commentatori esasperano, sino alla nausea, i contorni della rivolta del 1849 e la successiva repressione. Nessuno ha però indicato gli enormi sforzi che, successivamente, vennero fatti per migliorare i rapporti tra piemontesi e genovesi, a cominciare dalla politica ferroviaria ed economica. Il risveglio di Genova dal lungo letargo napoleonico inizia proprio negli anni 50 dellOttocento, periodo pressoché misconosciuto e poco studiato.
4) Allo spirito mercantile dei genovesi, in ogni caso, andavano già troppo stretti gli antichi confini, tanto è vero che Genova fu la culla risorgimentale dellItalia unita. Lallargamento dellorizzonte territoriale, infatti, ben si coniugava con i desideri e le aspirazioni dei ceti più moderni della città che sognavano la fine delle barriere doganali e politiche: cioè, lUnità italiana.
5) Laspetto superbo di Genova, concretizzatosi nella direttrice dellAcquaverde sino a San Domenico (De Ferrari), per continuare con linvenzione di via XX Settembre ed il quartiere «tipo Torino» (omonimo corso e strade limitrofe), permane ancora oggi quale tratto caratteristico della città insieme al Centro Antico-medievale.
I monumenti dedicati, in periodo monarchico, a Mazzini ed a Garibaldi, fanno cogliere la contraddizione tra il «bello» di una volta e quello di oggi (Corte Lambruschini, la Fiumara...).
Eppure, chi vuole lindipendenza di Genova sembra ignorare questa realtà, chiedendo, per di più, di innalzare barriere a Ventimiglia e Sarzana quando la tradizione genovese dovrebbe suggerire unEuropa più unita e senza confini.
6) Lultimo sassolino che abbiamo nella scarpa riguarda, poi, la Resistenza. La Brigata Osoppo, lOrganizzazione Franchi-Mauri, il Conte Edgardo Sogno Rata del Vallino, così come il regio esercito della battaglia di Montelungo, sono lì a testimoniare limpegno di migliaia di monarchici nella lotta di Liberazione. Eppure, tutti ignorano questa realtà storica.
Del resto, le attività del Mil, improvvisamente condivise da Istituzioni dello stato repubblicano, stanno per compiere il miracolo.
Noi siamo lì ad aspettare.
*Segretario regionale
Alleanza Monarchica
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