Se una squadra prende un giocatore per farne un numero uno e lo mette in mano a un allenatore che non lo vuole, ecco che allora il progetto non può che fallire. E’ successo a Toronto, nella squadra che ha lanciato nell’Nba Andrea Bargnani prendendolo come prima scelta assoluta ma non ha ancora avuto il ritorno voluto. E il perché sta tutto nei dubbi che Sam Mitchell ha avuto fin dal primo giorno sull’utilità di quella scelta. Dubbi che sono stati spezzati ora con il suo licenziamento, paradossalmente proprio nel momento in cui si era deciso a dare più chance al giocatore azzurro.
Per carità: l’impatto di Bargnani con il grande basket è stato più difficoltoso del previsto: grandi prestazioni hanno seguito partite anonime e viceversa, finora non c’è mai stata la continuità che Toronto gli chiedeva. E’ anche vero che Bargnani è stato spostato da Mitchell in diversi ruoli (nelle ultime partite ha giocato anche da centro) con addirittura l’ordine di non tirare da 3 punti, il duo schema preferito. Così come è vero che Andrea ha spesso peccato in fase difensiva, il suo tallone d’Achille. E alla fine, i suoi evidenti miglioramenti anche a rimbalzo (domenica contro i Lakers ha messo a segno un “doppia doppia”, cioè 14 punti con 11 rimbalzi) non sono stati accompagnati dai risultati dei Raptors. Risultato: Bargnani segna e lotta, ma Toronto finisce per perdere 1342-93 a Denver e Mitchell, dopo quattro anni da head coach e un premio da “coach of the year” nel 2007, viene fatto fuori da Brian Colangelo, presidente e general manager della franchigia.
Nella conferenza stampa di annuncio Colangelo ha parlato di "underachieving", cioè di una squadra che non gioca per quello che sa fare. "Questo è un passo difficile, ma necessario per la franchigia - ha detto Colangelo -. Apprezziamo ciò che Sam ha fatto per l’organizzazione, applaudiamo i suoi successi e gli auguriamo il meglio per il suo futuro nel basket. Ma questa squadra è molto meglio di un record di 8-9. Ci sono state un paio di partite che hanno pesato maggiormente, quella persa a Boston che era alla nostra portata e quella contro New Jersey, che abbiamo perso in una maniera di cui si parlerà a lungo".
Così ecco che al posto di Mitchell arriva Jay Triano, al suo settimo anno nello staff tecnico dei Raptors, noninato capo allenatore ad interim ma con la prospettiva di guidare la squadra fino a fine stagione. Perché Triano, ex ct del Canada dal 1998 al 2004, Olimpiadi di Sidney incluse, è uomo di Colangelo. E forse diventerà anche l’uomo di Bargnani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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