Politica

«Negli orfanotrofi dell’Est traffici ignobili»

Roberto Mirabile: «In quegli istituti, abusi, corruzione e bimbi venduti come al mercato»

Marcello Foa

«Questo scandalo è salutare perchè fa saltare il tappo dell’ipocrisia sulle adozioni internazionali». La voce di Roberto Mirabile vibra d’indignazione. Mentre diverse associazioni di tutela dell’infanzia con il passare dei giorni assumono posizioni sempre più diplomatiche, lui non si tira indietro. Nove anni fa fondò La Caramella Buona, ora la sua Onlus è in prima linea nella lotta alla pedocriminalità, in stretta collaborazione con le Forze dell’ordine.
Dottor Mirabile, perchè si schiera dalla parte della coppia di Genova che ha nascosto la piccola Maria?
«Perchè gli esami medici hanno dimostrato che la bambina ha subito davvero degli abusi e perchè il clamore suscitato dal suo caso può aiutare la comunità internazionale a porre fine a una situazione inaccettabile».
Vuole dire che gli abusi nei Paesi dell’est sono generalizzati?
«Diciamo che sono molto diffusi. Accanto ad alcune strutture dove i bambini sono trattati bene, ne esistono tante, troppe dove prevalgono il degrado, l’incuria e dove si abusa dei piccoli».
In quali Paesi?
«Bielorussia, Ucraina, Russia, Romania. Qui il traffico delle adozioni tende a degenerare»
Ma le adozioni internazionali non sono regolate?
«Certo e infatti oggi solo le associazioni riconosciute dal governo italiano possono operare in questo campo; ma le pratiche burocratiche sono così complesse ed estenuanti che in realtà si cercano scappatoie. La corruzione e le speculazioni economiche sui bambini non sono affatto terminate».
È un’accusa dura, la sua...
«Certo, ma nel nostro ambiente nota da tempo. Se vuoi sveltire la concessione di un permesso, la consegna di un documento, la traduzione di un certificato, devi ricorrere alla bustarella. Attorno alle adozioni continua ad esistere un business immorale, talvolta con situazioni estreme».
Ad esempio?
«Ci sono famiglie che vanno nei Paesi dell’est e pagano il direttore degli istituti per poter scegliere il bambino in base al suo aspetto, come se fossero al supermarket. L’Italia punisce molto severamente queste pratiche, ma altri Stati europei sono meno restrittivi».
Torniamo al caso di Maria, che cosa dovrebbero fare le autorità italiane?
«Dimostrarsi ferme in difesa della bambina. Lo Stato alzi le barricate. Capisco che questa situazione ha generato complicazioni di carattere politico e diplomatico, ma non dobbiamo assolutamente cedere».
Eppure il governo di Minsk ha bloccato i viaggi dei bambini accolti ogni anno dalle famiglie italiane.
«Non mi stupisce, io mi aspetto che blocchino addirittura le adozioni; ma sono ipocriti: la Bielorussia ha migliaia di bambini che soffrono in istituti indecorosi. Lei sa che molti di quei bambini quando sono negli orfanotrofi hanno problemi di crescita? Restano piccoli, ma non appena arrivano in Italia si sviluppano normalmente. Questo è accettabile?».
Ovvio che no, ma qual è l’ipocrisia dei Paesi dell’est?
«Che il loro comportamento è dettato da motivi occulti. Il sospetto molto forte è che certi governi usino le adozioni come forma di ricatto per ottenere un ritorno politico o economico.

Il caso di Maria può scuotere l’opinione pubblica internazionale e porre fine a una realtà inammissibile».

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