da Milano
La stretta mondiale del credito innescata dalla crisi dei mutui subprime statunitensi potrebbe significare la paralisi per i finanziamenti - per un valore complessivo che potrebbe raggiungere i 34 miliardi di dollari - a enti molto indebitati e destinati alle infrastrutture. Lo rileva un rapporto degli analisti di Standard & Poors, citato dallagenzia Bloomberg.
Le banche, già oberate da prestiti elargiti a clienti molto indebitati per una cifra che toccherebbe i 332 miliardi di dollari e che non riescono a ricollocare, sono poco disposte a erogare finanziamenti per progetti di infrastrutture, dice il rapporto.
Le banche lanno scorso hanno finanziato importanti acquisizioni nel settore delle infrastrutture, tra cui quella di Baa, che gestisce gli aeroporti londinesi, da parte della società edilizia spagnola Grupo Ferrovial, e quella di Associated British Ports Holdings da parte di Goldman Sachs.
Ma i problemi non si fermano qui. Alcuni derivati del credito dotati della tripla A da parte di Moodys e Standard & Poors potrebbero correre lo stesso rischio di insolvenza dei junk bond, secondo la società indipendente di ricerca CreditSights Inc. I titoli in questione sono le constant proportion debt obligation o Cpdo, che usano i credit-default swap per puntare sulla capacità di un gruppo di aziende con rating idoneo allinvestimento di rimborsare il proprio debito.
Infine, secondo gli analisti di Jp Morgan, Deutsche Bank sarà probabilmente la più colpita, tra le banche dinvestimento europee, dalla crisi del mercato del reddito fisso.
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