da Milano
Successo provvisorio ma importante per Parmalat. Un giudice statunitense ha confermato il diritto del gruppo di Collecchio di perseguire per danni, anche sul piano internazionale, le società di revisione di Parmalat degli anni immediatamente precedenti il crac, Deloitte & Touche e GrantThornton. A decidere è stata la Corte Federale (U.S. Southern District Court) di New York, che segue la vertenza contro i revisori. Il giudice americano ha in pratica smontato il muro di difesa innalzato da Deloitte e GrantThornton che avevano avanzato una argomentazione semplice: siamo un network professionale, dal punto di vista societario le filiali italiane erano del tutto indipendenti e noi non possiamo essere considerati responsabili dei loro errori. Tesi non fondata, ha sentenziato la giustizia americana che ha confermato la rivendicazione di Parmalat contro le due società. La società di Collecchio potrà quindi perseguire Deloitte e GranthThornton non solo in Italia, ma anche sul piano internazionale.
Nei giorni scorsi al processo in corso a Milano e che vede imputati tra laltro i revisori dei conti delle società dei Tanzi a esprimersi sulla loro responsabilità era stato il perito del tribunale Stefania Chiaruttini, che aveva messo il dito sulle manovre del partner di Deloitte incaricato di esaminare i conti per impedire che gli ammanchi delle filiali estere venissero individuati dai revisori del network internazionale.
In almeno un caso i tentativi avevano portato alla rimozione dei partner di Deloitte incaricati di mettere il naso nelle società del gruppo in America Latina.
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