Negozi chiusi, chi sgarra paga solo 17 euro

Cassonetti pieni e rubinetti aperti sono rivelatori. Milano è meno spopolata di un’estate fa: dai dati dell’Amsa che nella prima settimana di agosto ha gestito il 6,4 per cento di rifiuti in più (pari a 8.195 tonnellate) rispetto al 2010 e dei consumi dell’acqua potabile registrati da Mm (4,2 milioni di metri cubi) il Comune stima un aumento delle presenze pari al 5%. Ma con il lungo ponte di ferragosto aumenta il rischio di «serrata selvaggia». Se Palazzo Marino riferisce che nei primi sette giorni del mese i negozi rimasti aperti sono stati seimila, «1.500 in più rispetto al 2010», anche il vicepresidente vicario dell’Epam-Unione del commercio Alfredo Zini ammette che ad alimentare dati tanto entusiasmanti contribuisce il lavoro garantito quasi 365 giorni all’anno delle attività etniche, da negozi di kebab e macellerie egiziane al commercio cinese. Soprattutto in periferia, se i numeri del Comune sono alti non vuol dire che i milanesi trovino il negozio di frutta e verdura aperto sotto casa. Del resto, a tirare giù la serranda a Milano si rischia poco o nulla. Una denuncia che l’Osservatorio lancia da anni e ha ribadito nei giorni scorsi. In città come Torino il Comune firma ordinanze ad hoc: chi comunica l’apertura nelle settimane estive deve mantenere i patti o rischia multe pesantissime, da 154 fino a 3.098 euro. Il risultato è che sotto la Mole quasi per tutto agosto il 25% di bar e negozi garantiscono a turno al lavoro, e non si sgarra. Qui chi viene inserito nella guida della «Milano aperta d’agosto» (quest’anno c’è solo la versione on line) non incorre in sanzioni anche se cambia idea e tira giù le serrande. L’unica categoria alimentare con turni di apertura obbligatori è quella dei 508 panificatori, con 362 negozi aperti nella prima settimana di agosto, 223 previsti per la seconda, 178 nella terza e 252 nell’ultima. Sono tenuti a rispettare i turni anche altri servizi essenziali come le farmacie e i distributori di benzina. Ma nel caso dei panificatori, ad esempio, chi non mantiene i patti paga una multa simbolica, «da 10 a 51 euro» prevede il Comune, nei fatti viene applicata una sanzione da 17 euro. Può arrivare a 166,67 euro solo se il negoziante è recidivo.
Puntare sulla stangata per evitare le chiusure selvagge del ferragosto è una strada valutata negli anni passati anche dal centrodestra. Zini ammette che «è difficile gestire le aperture, col rischio di una multa molto elevata forse tanti eviterebbero di aderire alla mappa e quindi alla pubblicità del Comune, ma deciderebbero all’ultimo. Anche perchè la raccolta delle adesioni viene fatta sempre con troppo anticipo, addirittura in primavera, serve una gestione più flessibile perchè la disponibilità del singolo negoziante può cambiare». Si vedrà.
L’assessore al Commercio Franco D’Alfonso fa sapere che la polizia annonaria nella prima settimana di agosto ha controllato oltre 170 panificatori e solo tre erano chiusi. E per tutto il mese oltre 250 supermercati distribuiti nei diversi quartieri hanno garantito l’apertura.

D’Alfonso aggiunge che nonostante il periodo di crisi economica in atto, si sta confermando la «tenuta» di Milano come città turistica, le presenze più numerose a giugno e luglio sono state di stranieri (54%), in prevalenza da Cina, Usa e Regno Unito. In crescita gli ingressi nei musei, più 10 per cento a Brera e Musei civici, 69mila ingressi al Cenacolo in due mesi e oltre 40mila al Museo del ’900-

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