Negozi, grazie ai no global persi due milioni di incassi

L’esperto: 900 serrande chiuse, per limitare i danni bastava cambiare data o percorso della manifestazione

(...) Luciano Ardoino, negoziante di via Assarotti, membro di Confesercenti ed esperto di turismo e commercio, è arrivato alla cifra con un semplice calcolo: «Sabato, per colpa del corteo no global, 900 negozi hanno deciso di chiudere, perdendo l’incasso che in un giorno come sabato poteva arrivare a 2400 euro. Non è andata molto meglio a chi è rimasto aperto, perché in giro c’erano solo i manifestanti. I mancati incassi, e mi tengo volutamente basso, sono stati pari a 2 milioni e 160mila euro». Ci sono poi le tasse, «800mila euro, cifra calcolata insieme al migliore commercialista della città», che in base agli studi di settore i commercianti dovranno versare al Fisco. Un sistema basato sui presunti guadagni che non tiene conto della «variabile no global».
Non ci sarebbe voluto molto, aggiunge Ardoino, per limitare i danni: «Nessuno mette in dubbio il diritto di manifestare, anche il sabato. Sarebbe bastato però far passare il corteo in una zona diversa da via XX Settembre e prevederlo in un altro momento dell’anno, non a ridosso del Natale».
Ardoino l’ha spiegato anche ai microfoni di Telegenova, l’altra sera, durante un dibattito sulla manifestazione. «Ringrazio don Gallo per aver tenuto a bada i più scalmanati - racconta ora il commerciante- Vorrei però che il sindaco, quando dichiara che il corteo è costato al Comune 72mila euro, aggiungesse gli altri 800mila che la nostra categoria pagherà in tasse nonostante i mancati incassi».
Contro «le troppe serrande abbassate» si era scagliata la stessa Marta Vincenzi, nel primo bilancio del corteo. «I commercianti non hanno creduto alle nostre rassicurazioni, sapevamo che non sarebbero successi incidenti» aveva aggiunto. Nelle botteghe del centro aperte, però, gli incassi sono stati bassi: i genovesi che non erano in corteo hanno preferito restare a casa o far rotta sui centri commerciali lontani dalla manifestazione. «Bastava andare al mercato ortofrutticolo di corso Sardegna lunedì mattina per rendersi conto del danno provocato dal corteo - riprende Ardoino- Fra i banchi c’erano 40 persone, contro le 200 di una mattina normale. Mancavano i negozianti del centro, perché avevano in casa le giacenze del sabato. E lo stesso è successo al mercato dei fiori». Sono calate anche le presenze all’Acquario: «Sabato abbiamo avuto 1700 visitatori, contro i 2mila-2.500 di un normale sabato di novembre. Ricordiamo anche che via Gramsci è rimasta chiusa per quattro ore».


Il sabato «a incassi ridotti» arriva in un momento non felice per i negozi genovesi: «Abbiamo tasse e spese più alte che in molte città d’Italia - conclude Ardoino- Centri commerciali e outlet fuori città stanno raddoppiando superfici e aperture. È sempre più difficile mantenere in vita un negozio a Genova».

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