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Negozi sfitti in centro: in soli sei mesi trecento hanno chiuso

Più di trecento tra negozi e attività legate alla ristorazione hanno chiuso i battenti dal gennaio al giugno scorso. Lo comunica la Camera di Commercio, che specifica anche come nel conteggio non siano considerate le cessazioni d’ufficio.
Il numero è comunque inferiore alle nuove aperture, che superano le 500. Ma, come spiega anche il delegato al territorio dell’Unione del commercio Giorgio Montingelli, la maggior parte dei nuovi negozi è concentrato nelle periferie e nel 43,6 per cento dei casi porta la firma di stranieri, quasi tutti extracomunitari. Mentre a chiudere sono principalmente i commercianti italiani del centro.
Colpa soprattutto degli affitti. «C’è chi ha visto il proprio contratto di locazione quintuplicato tra un rinnovo e l’altro. Il mercato è completamente deregolato e i proprietari dei locali hanno sempre il coltello dalla parte del manico», dice Montingelli. «Dopo 28 anni sono costretto a chiudere perché non ce la faccio più a rientrare delle spese», dice un gioielliere di via Dante.


Basta comunque farsi un giro per il centro per notare come molte vetrine rimangano sfitte o come molti negozi siano in procinto di chiudere e svendono a prezzi di saldo l’ultima mercanzia rimasta in magazzino. Via Dante, ma anche corso Garibaldi, via Orefici o le traverse di corso Vittorio Emanuele. E intanto proliferano i temporary shop, i negozi aperti a tempo.

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