Negozio in Galleria, tre marchi in gara ma per Pdl e giunta la Apple è favorita

Steve Jobs avrebbe voluto a Milano un I-Cube, sul modello di New York. L’ex sindaco Moratti non ci riuscì ma lanciò almeno una gara che sembrava ritagliata apposta per portare un Apple store in Galleria, al posto di McDonald’s. E dopo la morte del papà della «Mela dell’informatica», c’è un pressing bipartisan a fare presto. Il bando si è chiuso a maggio, per i quasi 5mila metri quadri di spazio - primo esempio di negozio verticale all’Ottagono - oltre alla Apple si sono fatti avanti Prada e Gucci. Ma il bando parlava chiaro, l’immobile è «affidato in concessione per attività di eccellenza nel campo dell’innovazione, della tecnologia e della comunicazione che dovranno essere prevalenti». La commissione che ha aperto le buste sta esaminando a fondo i progetti, ma i marchi di moda partono in svantaggio. Il capogruppo Pdl che era assessore all’Urbanistica e aveva accompagnato i dirigenti della Apple a visitare lo spazio ricorda che «il progetto prevedeva uno sviluppo su almeno tre piani, un negozio all’avanguardia con luci proiettate dal basso. L’idea era di tenerlo aperto fino a sera tardi per tenere viva di sera la Galleria.

Invito la giunta a non perdere altro tempo». E l’assessore al Commercio Franco D’Alfonso ammette: «Fosse per me, avrei già scelto la Apple». Non si sbilancia quella al Demanio Lucia Castellano: «C’è una gara aperta, decideremo entro fine mese».

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