Triora, paese delle streghe? Banale. Anche perché le streghe in fondo sono pur sempre donne, con tutto ciò che ne consegue per la vita di un borgo di 400 abitanti e molte, molte più anime. Soprattutto per Leonardo Fiorentini, il gallerista che a unUltima Cena preferisce lennesima bevuta e soprattutto una nuova avventura, in qualsiasi senso. Insomma, le tele possono attendere, a meno che non siano quelle di ragno che appestano un cunicolo segreto nel paesino più esoterico della Liguria.
E quando lesperto darte con la mania di giocare al detective si mette al lavoro tutto diventa imprevedibile. A parte naturalmente una massiccia dose di buona pubblicità per Triora, che anche in un autunno più schifoso di quello londinese ne esce sempre arricchita nel suo fascino di nicchia. E a parte lo stile scanzonato e canagliesco dei protagonisti, che non cadono mai nella retorica del romanzo politically correct né nella tentazione di cambiare il loro stile di vita e di parlata per non turbare il lettore. Così è se vi pare, spiega subito Leonardo Fiorentini a chi sfoglia le prime pagine con il nasino pronto a scattare allinsù alla prima parolaccia. Ma se vi pare, andate avanti addentrandovi, per mano di speleologi professionisti e improvvisati, nei sotterranei di Triora. Pronti a sorridere persino di fronte a un cadavere, perché la visione è sempre e comunque filtrata attraverso la preventiva reazione dei protagonisti.
«Le notti gotiche di Triora», la terza opera giallesca del gallerista-giornalista-scrittore-detective e anche un po perditempo (lui userebbe altre definizioni, ma qui non si possono selezionare i lettori) Ippolito Edmondo Ferrario, lalter ego del protagonista, non può essere definita un romanzo. In copertina cè scritto che è un noir. Potrebbe quasi assomigliare a un Edgar Allan Poe in versione boccaccesca e affogato allOrmeasco, non in senso riduttivo ma solo diversificante. In realtà «Le notti gotiche di Triora» sono un mix di generi letterari, o forse appartengono solo al genere Ferrario. Che di certo può piacere o meno, ma non è banale. Non fosse altro che per il fatto che non finisce con il solito «fatti e personaggi sono puramente immaginari». No, lautore i personaggi se li sceglie veri, li chiama con il loro nome, li sbatacchia in avventure da querela, li sbeffeggia (anche qui libera traduzione dal Fiorentini), e li porta a descrivere posti veri, alberghi veri, cunicoli e passaggi segreti veri.
Ippolito Edmondo Ferrario, Le notti gotiche di Triora, Fratelli Frilli Editore, 294 pagg, 12 euro
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