«Nel 2006 con due milioni di vetture»

Il presidente Montezemolo: «Per il 2007 abbiamo approvato un budget molto impegnativo e sfidante»

da Milano

«D’ora in poi mi rivolgo solo al futuro poiché ho deciso di passarci il resto della mia vita»: sono stati sicuramente ispirati da Sergio Marchionne i biglietti di auguri che la Fiat sta inviando in questi giorni. Con la frase di Albert Einstein, riportata in cinque lingue, il Lingotto ricorda - in chiave natalizia - di aver ritrovato una sua dimensione e, per questo, di credere in un futuro ricco di soddisfazioni.
Intanto, a poco più di una settimana dalla fine dell’anno, il presidente Luca Cordero di Montezemolo si dice fiducioso sul raggiungimento da parte di Fiat Auto degli obiettivi di bilancio approvati dal consiglio di amministrazione per il 2007. «Lunedì - ha detto il presidente della Fiat - abbiamo approvato un budget molto impegnativo e sfidante per il 2007 che sarà raggiunto con l’impegno di tutti, come sono stati raggiunti e superati tutti gli obiettivi che l’amministratore delegato Marchionne aveva annunciato nel 2004. Già chiudere quest’anno con 2 milioni di vetture rappresenta una grande soddisfazione per tutti noi».
Dal canto suo Marchionne, in una lunga intervista pubblicata dal settimanale Panorama, che lo ha scelto come «Uomo dell’anno», afferma che resterà al suo posto, cioè al vertice della Fiat, fino al 2010, «ma se possibile anche di più». Il top manager prevede inoltre che nel 2010 l’utile operativo dell’azienda sarà di 5 miliardi con circa 3 milioni di auto prodotte. «Sono sicuro e spero proprio - aggiunge - che in quell’anno gli Agnelli saranno ancora gli azionisti di riferimento. La famiglia ha saputo ribadire il suo ruolo di azionista forte quando l’anno scorso, attraverso l’Ifil, ha deciso di riportare la partecipazione in Fiat al 30%. Con un azionariato più diviso, infatti, si sarebbe creata instabilità a livello di capitale e il giocattolo avrebbe potuto interessare qualcuno che aveva obiettivi diversi da quelli del risanamento».
E sempre riferendosi al 2010, l’ad vede all’orizzonte «il più grande gruppo industriale italiano, con il 60% delle attività all’estero. Il doppio di quanto non sia oggi, senza però chiudere stabilimenti in Italia». Quanto alla partecipazione della Fiat nel Corriere della Sera, Marchionne ribadisce nell’intervista a Panorama che «il Corriere appartiene a quella tipologia di partecipazioni, chiamiamole sociali, che non possono essere toccate».
Una battuta, Marchionne, la riserva anche a Lapo Elkann e sul suo possibile reintegro nell’organico del gruppo.

«Voglio bene a Lapo - taglia corto l’ad - ma sono convinto che parte della sua crescita come leader passi attraverso esperienze esterne alla Fiat».
Ieri, infine, la Borsa è stata piuttosto avara con il titolo del Lingotto: passo indietro dello 0,47% e quotazione finale delle azioni a 14,56 euro.

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