A maggio 2010 sono 438 i reattori nucleari operanti nel mondo censiti da organismi quali lInternational atomic energy agency (Iaea) e la World nuclear association. La capacità di produzione di questi impianti è pari a 372 GWe (gigawatt equivalenti). Nel 2009 le centrali atomiche hanno erogato 2.600 miliardi di kilowattora (kWh), equivalenti a circa il 15% dellelettricità prodotta a livello globale attraverso diverse forme. La crescita della domanda di energia elettrica in tutto il mondo, unita con il desiderio di diminuire la dipendenza dai fornitori di combustibili fossili e alla consapevolezza che i reattori non generano gas serra e sono basati su tecnologie molto più sicure che in passato, sta convincendo molto Paesi ad adottare piani in favore del nucleare, parallelamente a quelli in direzione di altre fonti alternative. E questo avviene tanto nei Paesi che già nei decenni passati hanno affiancato questa forma di produzione energetica ad altre più tradizionali e in massima parte inquinanti, tanto nei Paesi economicamente emergenti e in alcuni che producono idrocarburi. Il fine di questi ultimi, tra i quali figura la Russia, ma vede impegnati, per esempio, anche Iran, Kazakhstan ed Emirati, è di garantire per più tempo la disponibilità di risorse da vendere sul mercato globale (il petrolio non è una materia inesauribile) e allo stesso tempo prepararsi ad affrontare un futuro in cui loro nero non sarà praticamente più utilizzato con lobiettivo di abbattere le emissioni di CO2. Al momento, risultano in fase di costruzione circa 50 reattori, mentre di altri 140 circa è stata pianificata la realizzazione. LIaea prevede laggiunta di circa 73 GWe di capacità produttiva da reattori nucleari entro il 2020.
Per il 2030, secondo lagenzia, questi impianti erogheranno tra i 511 e gli 807 GWe. Secondo lOcse si dovrebbe arrivare a 680 GWe sempre nel 2030. La maggior parte degli impianti in costruzione o pianificati sono localizzati in Asia - in particolare Cina, India, Sud Corea, Giappone - ma sono in corso progetti di largo respiro anche in Occidente: a partire da Usa e Canada, fino allEuropa, e in particolare Francia, Regno Unito, Finlandia, Romania, Bulgaria e Russia. Nel 2008 si è aggiunta, dopo lo stop al nucleare imposto dal referendum del 1987, anche lItalia. In molti Paesi laumento della produzione di energia nucleare non è perseguito solo con la costruzione di nuovi reattori, ma anche con il potenziamento di alcuni già esistenti.
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