Sono due anni che denunciamo la presenza delle baraccopoli, ricordo del secolo scorso debellato dalle amministrazioni comunali guidate da Nicola Signorello e Franco Carraro, e tornate ormai alla ribalta della cronaca cittadina. Eppure sembra che non esistano per chi ha amministrato la città in questi ultimi quindici anni, e sembra che non fosse già allattenzione dellamministrazione capitolina laltissima pericolosità di questi agglomerati umani abusivi a ridosso della stazione ferroviaria di Tor di Quinto.
Ricordo che, nel 1992, fui il primo assessore capitolino che, fra le altre deleghe, ebbe affidata anche quella per gli extracomunitari e lUfficio nomadi appena istituito, e mi impegnai per lallontanamento di quelle tribù nomadi che avevano stabilito i loro accampamenti proprio a Tor di Quinto.
Allora predisponemmo una serie di controlli che servirono allidentificazione di ognuno degli abitanti di quelle baracche; portammo avanti un progetto di scolarizzazione dei bambini ed avvertimmo gli stessi capi tribù che entro 18 mesi avrebbero dovuto sgomberare da quella localizzazione.
Ogni bravo giornalista ricorderà i suoi articoli e le grandi foto sui più noti quotidiani. Cosa è accaduto da allora, cioè ben quindici anni fa? La risposta è purtroppo sotto gli occhi di tutti; lamministrazione Rutelli prima e quella Veltroni dopo non se ne sono interessati e, nel frattempo, a quella tribù si sono aggiunte decine di baracche senza quel controllo che io pretesi nel 92 da parte dei vigili urbani, delle forze di polizia e della prefettura.
Risulta perciò incredibile che adesso si parli di «sorpresa». Tutti sapevano, e solo oggi agiscono, sullonda dellindignazione popolare.
È bene che Roma si doti subito di un nuovo Sindaco, di una nuova Giunta e di un nuovo Consiglio.
(*) Capogruppo Dca al Senato
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