Nel basket il derby delle delusioni: Milano è più brutta di Roma

Dicono che devi chiudere gli occhi per vedere più belle le cose: lo possono fare forse i tifosi di calcio di Roma e Inter che si disputano lo scudetto, ma per quelli del basket, i pochi (3300 paganti per 15mila euro gli spiccioli per le multe a San Siro e all'Olimpico, anche se poi per riempire hanno finalmente invitato tanti ragazzini) che ieri al Forum hanno visto le brutte copie degli squadroni che un tempo riempivano palazzi e davano emozioni, evitare di guardare era l'unica cosa per non avvelenare cari ricordi.
Roma ha vinto 66 a 64, facendo molto per perderla negli ultimi 95 secondi cominciati avanti di 11 punti, la partita che Milano gli ha regalato insieme ai 18 punti di vantaggio che aveva dopo 10' e 45" di una bolgia tecnica che tutti dimenticheremo, incubo soltanto per il nuovo commissario tecnico Pianigiani che in televisione ha certo guardato un buon numero di quelli a cui sarà costretto ad affidarsi per le qualificazioni europee. Ci siamo tutti entusiasmati per Mason Rocc(i)a che potrebbe giocare in Nazionale da naturalizzato, ma se ci sarà lui, ammesso che ne abbia ancora voglia, non potremo tesserare nessun altro «straniero» tipo il Maestranzi che come regista serve moltissimo visto come vanno i probabili titolari del ruolo, anche se Giachetti (15 p.) ha fatto un finale decente e Vitali (8) ha segnato a 24” dalla fine il canestro del più 5 che una porcata di Winston (13), una delle tante in una gara con ben 36 palloni perduti (19 a 17 per Milano) stava per vanificare, se Mordente (16), il migliore in assoluto, non avesse perso il controllo quando ancora poteva servire un tiro da 3 punti per vincere dopo il 10-2 milanese nei 95” dell'orrore.
Secondi che erano la continuazione della comica al massimo volume come quella musica che ti stordisce, forse per impedire di lamentarti con il vicino di posto esasperato. Poveri allenatori, pur ammettendo che Bucchi ha certo più colpe del Boniciolli arrivato in una vera gabbia di matti per salvare quello che altri avevano costruito con i piedi in un gioco che si pratica con le mani.
Cifre agghiaccianti perché l'Armani, che ha segnato 5 tiri su 34 da 3, ha fatto tre tempi, dopo il 21 iniziale, da oratorio: 12, 15 e 16 punti per i tre quarti decisivi, mentre Roma che ne aveva fatti soltanto 8, diciamo 8 accidenti nei primi 10', poi si è «pentita» e ha rimontato pur non presentando in campo Hutson, il suo unico vero centro così come Milano era senza Petravicius che sarà sicuramente sostituito per i play off, anche se i molti agenti presenti al Forum avevano poco da offrire dopo il no di Santiago.
Certo, se uno pensa a quanto hanno speso Armani e Toti per avere due squadracce del genere, ingovernabili e mai affidabili, allora capisce perché è meglio vivere di nostalgie anche se a questi nuovi padroni piace così poco il passato che li fa apparire davvero incompetenti, anche se hanno messo a disposizione milioni di euro per costruire qualcosa di almeno decente.

Con la sconfitta Milano rischia di arrivare anche sesta alla fine, mentre Roma con la vittoria potrebbe anche sperare di prenderla in un campionato dove ti diverti solo in provincia cominciando dalla bellissima Cantù vittoriosa ad Avellino.

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