Nel castello di Nervi adesso l’arte incontra la musica

Una chitarra, un pubblico ristretto di appassionati ascoltatori, alle pareti tele raffinate; un vero e proprio salotto settecentesco in cui le arti si incontrano, i suoni e le parole si fondono.
Vogliamo proseguire con questa immagine fuori del tempo, godendo del panorama che da quel salotto si ammira: il mare aperto della Liguria, da Portofino a Capo Mele, un'immagine indescrivibile e unica, un lustro per i genovesi, una folgorazione per chi genovese non è.
Ecco, tutto questo si vive ancora oggi, basta lasciarsi alle spalle il porticciolo di Nervi e calcare le mattonelle rosse della Passeggiata Anita Garibaldi fino al Castello, quella costruzione rosa con tanto di torre che domina il piccolo borgo marinaro di barche e gabbiani.
Qui, grazie al Municipio IX Levante, si allestiscono mostre d'arte, si possono organizzare concerti da camera, si possono leggere poesie: basta presentare domanda alla commissione cultura, che dietro valutazione potrà concedere gli spazi del castello, gratuitamente.
Un affascinante spazio pubblico, quindi, aperto a chi ama l'arte, a chi la fa e a chi semplicemente la ammira: tutto per scoprire e far conoscere i talenti nascosti della nostra città, che sono tanti e che spesso non vengono fuori. Dalla scorsa primavera, grazie anche ad associazioni culturali come «Voltar Pagina», «Riviver la storia e l'arte» e socio assistenziali come «Gaslini band-band» sono già state allestite dodici mostre di quadri, conferenze, una festa per i piccoli ospiti dell'Ospedale Gaslini nel giorno di Ferragosto, due convegni sul rinnovamento della scuola; attualmente è in corso l'«Art exhibition» della pittrice genovese Annalisa Campalilla.
Nel tardo pomeriggio di mercoledì è stato organizzato anche il primo incontro musicale del castello, con l'esecuzione di alcuni brani del compositore Roberto Tagliamacco, anche lui genovese, interpretati con intensità e dolcezza dal chitarrista Massimo Traffano ed introdotti dal professor Armando Fossati.

Una musica particolare, quella di Tagliamacco, che prende nota dell'avanguardia del secondo novecento ma quasi la ignora, tornando invece alla consonanza, alla melodia, alla gioia del suonare, tutto questo senza alcuna banalità o semplificazione compositiva. E che ha avuto nel castello la più suggestiva platea.

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