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Nel golf che conta ora c’è anche Canonica

Dopo anni di delusioni, il 33enne torinese tutto genio e sregolatezza ha trovato la maturità per competere al top

Mario Camicia

Finalmente, dopo dieci anni, Emanuele Canonica è riuscito «a rompere il ghiaccio» e vincere il suo primo torneo sul Tour europeo. Non poteva essere occasione migliore per il talentuoso giocatore italiano che ha fatto suo un torneo prestigioso quale il Johnny Walker Championship su di un percorso altrettanto prestigioso come il Pga Centenary di Gleneagles in Scozia, che per il 2014 è stato già scelto come teatro della Ryder Cup.
Vincere in Scozia un titolo che conta ha ripagato il «Peppo» nazionale di tutti i momenti di depressione golfistica che il suo carattere da genio e sregolatezza gli hanno procurato negli anni passati. «È stata una gioia infinita, la fine di un incubo» sono state le prime parole del trentatreenne neocampione torinese subito dopo aver chiuso le 72 buche con 2 colpi di vantaggio sul giovane belga Nicolas Colsaerts e due giocatori del calibro di Barry Lane e del sempre più emergente Bradley Dredge.
Emanuele figlio d’arte - suo padre oggi ottimo teacher, anni fa ottimo e anche lui imprevedibile giocatore - ha sempre avuto in sé il Dna trasmessogli da papà Dino ma ha dovuto soffrire e aspettare per portare a casa il suo primo grande successo e dimostrare tutte le sue potenzialità. Dotato di una potenza incredibile (per anni è stato considerato il giocatore «più lungo» sul Tour), Peppo ha dimostrato a Gleneagles di aver raggiunto ora anche quella saggezza di gioco indispensabile per fare il grande salto.
Lo ha dimostrato sulle ultime 18 buche, quando è partito con due colpi di ritardo da Colsaerts subito annullati da due birdie sulle prime nove buche, e ancora e soprattutto sulle nove buche finali, dove dopo tre buche giocate negativamente sotto estrema e comprensibile tensione ha ritrovato la sua abituale grinta rischiando il tutto per tutto alla 16 che con un pizzico di fortuna (serve sempre!) chiudeva splendidamente in birdie per riprendere due colpi di vantaggio sui più diretti avversari e mantenerlo poi sino all’ultima buca.
Una vittoria importante anche per il golf italiano in crescita e che arriva a cinque anni dal successo di Massimo Scarpa nel North West of Ireland Open del 2000, torneo però minore in quanto aperto sia a giocatori del grande Tour che a quelli del Challenge. In realtà l’ultima vittoria «piena» sull’European Tour fu quella di Costantino Rocca nel Canon European Masters del 1997 in Svizzera. Il successo di Canonica in Scozia è stato completato dallo splendido sesto posto conquistato dal giovane Francesco Molinari, al suo primo anno da professionista dopo una più che brillante carriera dilettantistica. La vittoria nel Johnny Walker ha fruttato a Canonica 338mila euro grazie ai quali è risalito nell’ordine di merito europeo dalla 106ª alla 32ª posizione, mentre Molinari (60mila euro circa vinti) si posiziona al 60° posto quindi con la quasi matematica certezza di mantenere «la carta» per giocare sul Tour anche nella prossima stagione. La vittoria di Peppo Canonica nella patria del golf arricchisce il momento positivo del golf professionistico italiano, che in questa stagione ha già messo nel carniere due successi sul Tour femminile ed uno sul circuito senior.
Negli Stati Uniti è tornato alla vittoria Retief Goosen che sul percorso di Castle Pines nel Colorado si è aggiudicato titolo e 900mila dollari del «The International», torneo giocato con la inusuale formula dello stableford. Il campione sudafricano, due volte vincitore dell’Open degli Stati Uniti, ha preceduto sul traguardo dopo una gran rimonta l’americano Brandt Jobe leader dopo le prime 36 buche. Questa settimana a Baltusrol nel New Jersey è di scena il campionato Pga d’America, ultimo torneo del Grande Slam stagionale (Sky Sport 2 da giovedì alle 20.

20) con in campo tutti i migliori giocatori del mondo e con Tiger Woods ancora una volta nel ruolo dell’uomo da battere.

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