Da anni la critica fatica non poco, quando singegna a cercare dinquadrare Giampiero Neri. E ne ha cercato antesignani, maestri in ombra o luce. Con lesito di rimarcarne, ogni volta, lunicità assoluta. In verità, se scrivere versi significa, scolasticamente, mettere in forma la vita, e se la forma può essere tale da rendere ancora avvertibile quella stessa vita ma da lontano, con un distacco scettico o con ironia che la rende puro spettacolo per la mente, ecco spiegato, in pillole, perché Giampiero Neri è tra i maggiori poeti italiani. Uno dei rari per i quali la nitidezza formale, la chiarezza non risulta da un lavoro di lima retorica ma da un «pathos della distanza» viscerale.
Certo, nei libri di Neri il mondo è riguardato dallalto. Trasformato, reso tollerabile ma non perso di vista o abbandonato. Orrori, tragedie e splendori (rari) restano. Fissati dallo stile, dalla sapienza verbale, dal nitore dun lessico che si mantiene ossessivamente medio, mai ricercato, men che meno alto. E da questo punto di vista, la compostezza delle pagine è il risvolto duno sguardo che sa essere frontale, durissimo verso lesistenza. Limpersonalità che attraversa i versi di Neri è, in fondo, il segnale di una forza estrema, forse di attitudine al dolore. Sicuramente, di una imperturbabilità che si è formata negli anni fino a guadagnare il momento in cui la vita è neutralizzata, vista al di qua o al di là di bene e male.
È una sorta di sospensione di giudizio sullessere e sulle cose, il momento topico e decisivo a partire dal quale Neri inizia a scrivere. E il tono unico, inimitabile che caratterizza i suoi versi e poemetti consiste nellaver saputo «inventare» il colore verbale da attribuire a un mondo finalmente sottratto e liberato da valutazioni, punti di vista soggettivi, particolarismi caratteriali. La visionarietà di Neri non mira al movimento ma alla stabilità, a sottrarre cose e figure al tempo per realizzare, in fondo, quel grandioso «delirio di immobilità» di montaliana memoria. Il lettore, qualora decida di ripercorrere litinerario poetico dun autore nato nel 1927 e che pubblicò il primo vero libro nel 76 (tardi, dunque, secondo le carriere medie), non scordi mai che dietro quella dolcissima, affascinante impassibilità cè dellinquietudine, del sottomovimento.
Giampiero Neri, Poesie 1960-2005 (Mondadori, pagg. XIX-203, euro 11).
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