La speculazione, certo. Ma anche l’Europa ci ha messo del suo, prestando il fianco agli squali della finanza con una gestione pasticciata della crisi greca e perdendo per strada lo spirito di coesione mostrato fino allo scorso autunno. Con la sindrome da spread con cui il Tesoro è costretto da qualche settimana a fare i conti ( e a far di conto delle ricadute sul debito pubblico), Giulio Tremonti scende in campo per offrire la propria valutazione su ciò che sta accadendo ai mercati. Dove ieri il differenziale tra il Btp e il bund tedesco è schizzato fino a 335 punti base dopo l’esito dell’asta dei Btp e Ccteu (rendimenti ancora in rialzo), ma anche a causa delle voci (poi smentite) di possibilidimissionipropriodelministro dell’Economia. La Borsa è riuscita invece a riprendere fiato (+0,3%) grazie al parziale recupero dei titoli bancari dopo il tonfo di mercoledì, anche se la tenuta dell’indice ha tutta l’aria di essere solo la conseguenza di una breve tregua.
Il mood dei mercati non è infatti cambiato improvvisamente, nè la speculazione ha abbandonato la partita. Ma, spiega Tremonti, «non è solo questione di speculazione, che può essere l’innesco, ma di fiducia »su una moneta unica«basata certo sul mercato comune ma su 17 governi, 17 parlamenti e 17 opinioni pubbliche». L’euro che si confronta col dollaro, insomma. Non è dunque uno solo o alcuni Paesi ad alto indebitamento a essere sotto il martello speculativo, ma piuttostol’interaarchitetturaeuropea messa a dura prova da una crisi economica che ancora una volta assomiglia, nellametaforatremontiana, ai mostri dei videogame: ne uccidi uno, ne compare un altro.
Per rendersi inattaccabile da questi mostri, Eurolandia avrebbe dovuto affrontare il nodo del salvataggio di Atene in altro modo. «Da parte dell’Europa - aggiunge Tremonti- il caso Grecia è stato gestito in modo piuttosto complicato e ci abbiamo messo mesi per coinvolgere il Fondo Monetario: c’è stata una sopravvalutazione della nostra iniziale capacità di intervento, poi c’è stata un’evoluzione.Lo spirito di maggio dell’anno scorso era comune e positivo, basato su due pilastri: la fine delle politiche di deficit e il vincolo comune alla riduzione dei debiti». Una spinta all’unità che sembrava essersi esaurita in autunno a Deauville, ma che secondo il titolare del dicastero di via XX Settembre è stata recuperata con il vertice dei capi di Stato e di governo di qualche giorno fa. Quanto alla contraerea anti-crisi, Tremonti è convinto che il fondo europeo salva-Stati debba essere potenziato, quindi fatto funzionare e poi dispiegato sui mercati.
Il ministro non si è invece soffermato sulle tensioni che riguardano i Btp, nè sui rendimenti sempre più elevati dei titoli di Stato. Ieri il Btp decennale è balzato al 5,77%, in rialzo di 83 centesimi rispetto all’asta precedente toccando il massimo dall’inizio del 2000. Per il triennale,tasso del 4,8%con un balzodi 112 punti rispetto all’asta precedente (record dal giugno 2008). Forte rialzo anche per il Ccteu in corso di emissione che è stato aggiudicato in asta al 4,65% con un balzo di 127 punti ai massimi anche in questo caso dal giugno 2008.
La situazione critica di Atene resta intanto sotto i riflettori. Banchieri internazionali e funzionari greci hanno iniziato ieri i loro incontri per mettere a punto un programma che ristrutturi il debito privato ellenico, seguendo il nuovo accordo di salvataggio per la nazione.
E dopo che mercoledì il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Shaubel, aveva detto che la Germania non firmerà «nessun assegno in bianco» per riacquistare i bond dei Paesi Ue in difficoltà, Berlino ha ridabito di essersi «pienamente impegnata» per quanto riguarda le decisioni prese la scorsa settimana al vertice straordinario dell’Eurogruppo sul rafforzamento del fondo salva-stati temporaneo e il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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