«Nel nome del male», il satanismo nel ricco Nordest

RomaCinematografica. È stato l’aggettivo più usato ieri per definire Nel nome del male la nuova mini serie-tv (da notare che nessuno ha mai usato la parola «fiction») di Sky che andrà in onda in prima serata martedì 2 e mercoledì 3 giugno su Sky Cinema1 e in simulcast su Sky Cinema Hd. Cinematografica perché il regista è Alex Infascelli (Almost Blue e Il siero delle vanità), perché il protagonista è Fabrizio Bentivoglio «per la prima volta in una serie tv italiana», come recita il comunicato Sky (ma Il corsaro di Franco Giraldi non era un film tv del 1985 in tre puntate?), perché per girarlo è stata usata la camera Hd Red, «uno strumento sensibilissimo già adoperato da Spielberg e Soderbergh» che consente la massima risoluzione possibile.
Cinematografica, aggiungiamo noi, perché il linguaggio non è fatto dei soliti primi piani, il ritmo è originale, la fotografia attentamente curata, le evoluzioni registiche particolarmente azzardate, la narrazione piuttosto libera (sceneggiatori Paola Barbato, Salvatore De Mola e Infascelli stesso).
Nel nome del male affronta in maniera realistica, ma allo stesso tempo fantastica com’è nella cifra stilistica del regista, il fenomeno del satanismo tra i giovani italiani. Siamo nella provincia del Nordest ricco, gonfio e molle dove vive la famiglia apparentemente perfetta composta dall’imprenditore Giovanni Baldassi (Fabrizio Bentivoglio), la moglie Lucia (Michela Cescon), il figlio sedicenne Matteo (l’esordiente Pierpaolo Spollon) e la piccola Valentina. Un giorno il ragazzo scompare e inizia il dramma del padre che è costretto a confrontarsi (la madre sarà più defilata) con il coinvolgimento del figlio nel mondo inquietante delle sette sataniche. L’ingresso del male oscuro nella pacata vita di una piccola cittadina di provincia vicino Trieste lo farà letteralmente detonare e metterà a dura prova una famiglia apparentemente solida.
Le cifre inquietanti relative al fenomeno del satanismo in Italia parlano di più di 20.000 persone scomparse negli ultimi 35 anni di cui 9.000 sono minori di 18 anni. Solo nel giro di 3 anni si contano 400 vittime di sette di vario genere. Ma sia Bentivoglio che Infascelli non hanno però voluto documentarsi particolarmente: «Ci sono stati i fatti di cronaca ma non ho mai approfondito veramente la questione. Tutto è un pretesto per raccontare un uomo e la sua famiglia. Mi sono focalizzato su di lui, volevo rappresentare la sua ignoranza del fenomeno da un punto di vista umano e non scientifico», dice il regista che, sul rapporto con Bentivoglio, aggiunge: «Lui è un attore molto metodico, una caratteristica che abbiamo subito gettato insieme dalla finestra».


A margine della presentazione Nils Hartmann, direttore di Sky Cinema, ha annunciato per novembre, finalmente, la messa in onda della serie Moana con Violante Placido mentre con Cattleya proseguirà la collaborazione con la seconda stagione di Romanzo criminale - La serie e il nuovo progetto Narcos sulla proiezione internazionale dei traffici della camorra.

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