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Nel rodeo texano Obama corre e supera Hillary

da Washington

Nella «foto dello scandalo» Barack Obama porta in capo un turbante; potrebbe cambiarlo entro una settimana con un cappello da cowboy. Lo indicano gli ultimi sondaggi per la primaria democratica nel Texas: un testa a testa con Hillary Clinton. Quello della Cnn addirittura dà Obama al comando con il 50% contro il 46. Margine strettissimo e confermato dalle medie di tutti i sondaggi: un punto e mezzo di vantaggio. A incoraggiare i sostenitori di Obama è soprattutto la tendenza. Hillary disponeva fino a un mese fa di un vantaggio apparentemente incolmabile e ancora lunedì scorso la Cnn la dava davanti 50 a 48. L’averla raggiunta è un grosso successo per lo sfidante, anche perché nelle primarie democratiche, a differenza di quelle repubblicane, i delegati vengono allocati proporzionalmente ai voti e un pari e patta confermerebbe il primato di Obama su scala nazionale.
Già il fatto che il Texas sia incerto indica le difficoltà in cui si trova la Clinton. Sviluppi molto simili si segnalano anche nell’altro Stato chiave del 4 marzo, l’Ohio. Qui Hillary è ancora davanti ma col 51% mentre ancora sette giorni prima sfiorava il 60. Può giovare a Obama in quello Stato industriale l’appoggio del sindacato degli autotrasportatori che ha oltre un milione e mezzo di aderenti. Può giovare alla Clinton, nonostante tutto, il massiccio appoggio previsto per lei fra i «latinos»: due su tre nel Texas, dove gli elettori di lingua spagnola sono molto più numerosi dei neri, che si presume appoggeranno plebiscitariamente Obama.
La tendenza su scala nazionale continua a essere molto netta a vantaggio di Obama, che non solo avrebbe scavalcato la rivale diretta fra i democratici, ma anche superato il repubblicano John McCain in un non tanto ipotetico testa a testa il primo martedì di novembre con la Casa Bianca direttamente in palio. Continuano a schierarsi con lui esponenti del partito: ieri anche il senatore Dodd del Connecticut, egli stesso candidato alla presidenza fino al suo ritiro di un paio di settimane fa. I repubblicani sono preoccupati e così, a quanto si dice, anche l’alta dirigenza del Pentagono, che considererebbe Obama «un’incognita».

McCain punta anche su questo e ha dichiarato ieri che l’esito delle elezioni «dipenderà in buona parte dall’andamento della guerra in Irak».

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