Conoscere le informazioni relative alla sfera privata di un individuo significa avere un qualche potere su di lui. Ad esempio, prenotando un biglietto aereo si «regalano» ben 34 informazioni personali. Circolando per le strade di una qualunque grande città si è costantemente monitorati da ogni tipo di telecamera. Telefonando da un cellulare, non soltanto si è individuati ma si sono avute ampie testimonianze dellaleatorietà della riservatezza della conversazione. Comprando un oggetto sul web si forniscono anche rilevanti dati economici. Eppure, i comportamenti abituali di un sempre maggior numero di individui sembrano non curarsi minimamente di consentire ad altri laccesso alla propria sfera privata.
Insomma, la privacy è morta e al suo decesso il Domenicale dedica il servizio di copertina. Il settimanale, in abbinamento con il Giornale al prezzo speciale di 0,50 euro, si occupa della protezione dei dati personali nellera dellinformazione globale. In due articoli di Emilio Mordini e Giuseppe Romano vengono analizzati lentità di un fenomeno dilagante: la nuova moda di pubblicare storie private, diari e video di ogni sorta su siti di comunità virtuali o di società che offrono gratuitamente spazio internet («hosting»). Una vera e propria epidemia che ovviamente va a cozzare con il diritto alla riservatezza, al quale però sembra ormai che una buona parte di noi sia disposto ad abdicare.
«Nella moderna società dellinformazione - scrive Mordini - non si tratterebbe più di proteggere unastratta sfera privata, dai confini sempre più vaghi e dai contenuti sempre più indefiniti, quanto di assicurare che ad alcune informazioni riguardanti la persona sia accordato un livello di protezione pari, o quasi pari, a quello che si accorda al corpo umano. Lassunto teorico è quello per cui il «cittadino informatico» possiede, oltre al proprio corpo fisico, un corpo virtuale composto dai mille rivoli digitali che sgorgano dalle sue vene e che si distribuiscono lungo la rete.
Sul numero in edicola con il Giornale, la seconda puntata dell«Atlante del pensiero forte» (questa volta dedicato alla Responsabilità) e il sondaggio «Vota il romanzo più brutto degli ultimi anni».