Cronaca locale

«Nell’emergenza ogni preside ha un suo piano»

I ragazzi fanno spesso le prove per fuggire

«Nell’emergenza ogni preside ha un suo piano»

Per fortuna la scossa non è stata di quelle che fanno danni. Ma molti genitori si sono chiesti se esista e quale sia la procedura in casi come questo nelle scuole. Nello stesso istituto alcune classi sono uscite in strada, altre sono rimaste in classe. Qualche scuola è stata evacuata, in altre i bambini sono stati fatti mettere sotto il banco. Che cosa avrebbero dovuto fare? Lo abbiamo chiesto all’ingegner Elvio Porcedda, dirigente dei vigili del fuoco.
Ingegner Porcedda nei Paesi che hanno dimestichezza con i terremoti, le prove sono una costante. Sanno cosa fare alla prima scossa. Da noi come funziona?
«Ogni scuola ha un suo piano di emergenza che viene redatto col responsabile della sicurezza. La legge attribuisce le procure a una persona che conosce i rischi della propria azienda o della propria scuola, come in questo caso, e può quindi valutare i rischi».
Non esiste una norma generale?
«Esistono delle linee alle quali bisogna attenersi. Quella di evacuare ad esempio, oppure di mettere i bambini in sicurezza sotto i banchi durante la scossa».
Ogni scuola, anzi ogni insegnante può fare dunque come vuole?
«Assolutamente no. C’è un responsabile che analizza nello specifico la situazione e decide il da farsi. Se decide che è meglio fare uscire tutti gli alunni, deve far partire un allarme e tutti devono seguire quelle indicazioni. Non sono decisioni che vanno prese così alla leggera».
Ieri mattina non è stata una situazione allarmante.
«Se ne saranno resi subito conto in molti e per questo qualcuno avrà deciso che non era necessario portare tutti fuori. Se il responsabile della sicurezza oppure nel caso delle scuole il dirigente scolastico che sovrintende alle procure, ha ritenuto di non allertare ed evacuare, nessuno avrebbe dovuto muoversi. Non sono decisioni che si prendono a livello personale. Se un insegnante sta facendo lezione non può sapere cosa è meglio fare se stare o andare. A volte può essere maggiormente rischioso uscire».
Sembra che le cose siano invece lasciate un po’ al caso.
«Le procedure ci sono. I ragazzi nelle scuole periodicamente fanno anche delle prove di evacuazione per verificare come uscire in caso di emergenza dall’edificio. Ma ci deve essere sempre qualcuno che dà a tutti quell’ordine.

Oppure decide di non darlo perché non lo ritiene necessario e tutti non si devono muovere».

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