Riccardo Signori
da Milano
Il conto non torna mai. Facce diverse in attacco, ma i piedi restano storti. Anche stavolta un gol soltanto e con batticuore finale. LInter non perde il vizietto e grazia lUdinese. La finale della coppetta dItalia è tutta da conquistare. La squadra di Mancini celebra con il gol di Solari, fuori programma in tutti i sensi. Inter più credibile nel primo tempo, meno affidabile nella ripresa quando lUdinese ha tenuto meglio il campo, lInter ha perso vivacità, brillantezza, senza mai assestare la mira, anche per meriti di De Sanctis.
Atmosfera da amichevole precampionato, un gruppo di volontari (7000 paganti) ad animare qualche angolo di San Siro, un bel gruzzolo di riserve in campo (squadra interamente diversa da quella di domenica), Galeone che sembra appena uscito dal sarcofago, lUdinese che fa poco per restituirlo a miglior vita, Adriano, Toldo, Veron, Iaquinta e Di Natale e qualche altro in tribuna a godersi la pennichella: tutto qui il quadretto di una semifinale di coppa Italia. Desolante, se pensiamo quanto vale la coppa per esempio in Inghilterra. Soliti discorsi, vecchie nenie tanto per tenersi svegli. LInter, per il vero, ha cercato di ripagare i paganti mettendo a punto la sua artiglieria. LUdinese si è lasciata cucinare fin dal primo minuto, un po larga in difesa (Galeone è maestro nellarte del prendere gol), battagliera a centrocampo, assenteista in attacco anche perché la difesa interista, sostenuta da Samuel e Mihajlovic ma innervata dalle voglie di Andreolli, uno dei giovani più in gamba del suo vivaio, e Burdisso, ha sempre lottato con tenacia. Il primo tempo interista ha seguito il copione degli ultimi tempi: numero dei gol non adeguato alle occasioni. Cruz e Martins si sono trovati con almeno un paio di palloni a testa che valevano il gol ma, per bravura di De Sanctis o per demerito loro, lUdinese se lè cavata e solo un ghiribizzo del destino lha inginocchiata. Martins ha imbroccato lassist per Solari soltanto grazie ad una scivolata. E il bambolone argentino ci ha messo il tacco da gol come fosse un giocoliere vero e non una sorta di marziano. Ipotesi vuole che largentino fosse anche dun niente in fuorigioco: larbitro non ha visto e rete valida.
Il copione poteva suggerire linizio di una facile discesa per lInter e di un tracollo per i friulani, ma così non è stato. Il centrocampo nerazzurro ha mollato poco, ma gli attaccanti hanno continuato nel festival della mira storta: Martins e Cruz si sono fatti stoppare. Solari dopo il gol è andato fuori giri, sbagliando di tutto e di più. LUdinese ha sofferto, ma lInter ha avuto i brividi accusando le incursioni di Barreto, che una volta ha permesso la bella figura al rientrante Julio Cesar: rovesciata e parata del portiere. Ma più tardi ha dato uno scrollone alla sua credibilità: il portiere ha ciccato un pallone in uscita, rischiando di lasciar via libera allattaccante. Sarà il solito virus di Dida.
Ma così facendo, e così sbagliando, lInter ha trascinato la partita fino al fondo del cammino senza raccoglier altro. Samuel è stato forse il più determinato nellandare a cercare il gol, De Sanctis altrettanto bravo ad evitare guai.
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