da Roma
Allassessore capitolino alla mobilità Mauro Calamante abbiamo chiesto quali saranno gli effetti della sentenza della Cassazione a Roma. «Nessun effetto particolare - è la risposta - perché quella sentenza non riguarda la capitale. Le strisce blu a Roma sono in vigore da dodici anni e non abbiamo mai avuto condanne da parte di nessun tribunale per la mancanza di aree di sosta libera accanto a quelle a pagamento».
E anche se le Sezioni unite della Suprema corte fanno giurisprudenza, la situazione non sembra in alcun modo destinata a cambiare. «Abbiamo sempre rispettato le regole. Nel 2004 - spiega ancora il responsabile del Campidoglio per le politiche del traffico - la giunta comunale ha approvato la delibera n. 104 che stabilisce quali sono le zone di particolare rilevanza urbanistica, delibera che poi è stata aggiornata negli anni seguenti con il cambiamento delle strade cittadine. Il Codice della strada riconosce ai Comuni la possibilità di individuare le zone per le quali non esiste lobbligo di prevedere soste libere, esattamente come accade nella Zona a traffico limitato».
Ma a Roma anche in quartieri semiperiferici e relativamente moderni è difficile trovare parcheggi che non siano a pagamento. «Le aree di particolare rilevanza urbanistica individuate dalla delibera n. 104 - risponde Mauro Calamante - sono legate al problema del traffico. Pure i quartieri vicini al centro storico sono compresi in quelle aree, di conseguenza è legittimo che ci siano solo soste tariffate».
Questo significa che a Roma non diminuiranno le strisce blu? «Proprio così - ammette lassessore -. Oggi abbiamo in tutto 82mila posti a pagamento e pensiamo di aumentarli nel prossimo futuro. Nel 2011, secondo i progetti del Comune, i posti auto delimitati da strisce blu dovranno diventare almeno 130mila. Esistono zone come il Circo Massimo, viale Marconi, Ostiense, San Giovanni che, pur essendo comprese nelle aree di particolare rilevanza urbanistica, non hanno strisce blu.
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