CernobbioDalla crisi siamo fuori ma non bisogna abbassare la guardia. Basta però coi pessimismi: la parola dordine che il presidente della Bce Jeanclaude Trichet affida agli economisti, agli imprenditori e ai politici riuniti a Villa DEste è: «Fiducia». La Bce ha garantito la stabilità dei prezzi ma non può fare tutto da sola, dice Trichet rispondendo così alle critiche delleconomista Nouriel Roubini che ha accusato la Banca centrale di non fare abbastanza per la crescita delle aree periferiche dellEurozona. Ora tocca ai governi lavorare sulla competitività e il ministro dellEconomia francese Cristine Lagarde è la prima a raccogliere lesortazione confermando «è la priorità».
«La probabilità di una doppia recessione è calata nelle ultime settimane», ha detto Trichet, ma «non dichiariamo vittoria, dobbiamo rimanere molto cauti e prudenti per ristabilire la fiducia e vedremo quello che succederà». «Siamo ancora in terra incognita. Non parliamo dellItalia ma di altri Paesi. Serve prudenza e una visione realistica» commenta sulla stessa linea il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti. Secondo il numero uno della Bce la crescita economica europea nel lungo termine sarà inferiore a quella Usa perchè lEuropa ha un mercato del lavoro meno dinamico ma la crescita pro-capite dovrebbe attestarsi sugli stessi livelli. A Cernobbio sottolinea che la Bce ha assolto al suo mandato: «Noi abbiamo garantito la stabilità dei prezzi» ha detto Trichet «in media all1,97% negli ultimi undici anni e mezzo». «Ora i governi nazionali si occupino della loro competitività allinterno dellEurozona».
«Le banche italiane sono state le migliori dEuropa ad affrontare le conseguenze della crisi e mi augurano siano le migliori anche a soddisfare le esigenze di finanziamento delle imprese», ha affermato da parte sua il commissario europeo per la Concorrenza, Joaquin Almunia. Riguardo poi al recente rafforzamento dei libici nel capitale di una dei due big nazionali del credito, Unicredit, il presidente della Bce, Jean Paul Trichet, senza entrare nel merito, ha osservato che «Viviamo in un mondo aperto dove gli investimenti esteri sono sempre possibili». Bisogna invece spostarsi a un livello superiore a quello dei singoli Paesi per rafforzare gli argini contro gli aspetti più speculativi dei mercati finanziari.
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