La domanda è: ma nell’Nba gli allenatori sono da Nba? Viene spontaneo chiederselo, e non per sciovinismo, osservando le gesta dei nostri due giocatori (il terzo per ora resta in infermeria) che calcano i parquet più nobili del mondo. Prendete Bargnani a Toronto: nel 2006 arrivò come prima scelta assoluta e fu affidato ad un allenatore che non lo voleva e che non ha fatto nulla per nasconderlo. Tanto che, prese le qualità del Mago r buttate subito via, voleva trasformarlo prima in un difensore accanito e poi, cioè adesso, in un centro. Per carità: Andrea non ha ancora mostrato in più di due anni una continuità da giocatore d’alto livello, ma alla fine Sam Mitchell ha dovuto arrendersi. Anzi, l’hanno fatto arrendere licenziandolo. Ecco allora che arriva Jay Triano e qual è la soluzione? Mettere nelle partita contro i Cleveland Cavaliers Andrea Bargnani a marcare a uomo LeBron James. Che sarebbe come affidare a Giovinco il compito di fermare Ibrahimovic…
Passiamo a Belinelli. Arriva a Golden State facendo una Summer League con i fiocchi. Il suo allenatore Don Nelson però gli fa passare un primo anno in panchina, ma siccome vuole stravincere gli prolunga il contratto dicendogli: “Tranquillo, l’anno prossimo conto su di te”. E lo scenario si ripete: grande Summer League, panchina appena inizia la stagione. Poi se ne infortunano due – perché Golden State compra tutti nello stesso ruolo – e finalmente Don Nelson non può evitare di far giocare Belinelli. Risultato: 13 punti alla prima partita in 18 minuti e 15 punti stanotte nella vittoria per 119-96 contro i Bucks. Insomma: sono allenatori da Nba?
Gli altri risultati Toronto-Indiana 101-88
(Bargnani a secco), New Jersey-New York 109-121, New Orleans-Charlotte 105-89; Memphis-Oklahoma 108-102; Philadelphia- Cleveland 93-101, San Antonio-Atlanta 95-89; Denver-Minnesota 116-105; LA Lakers-Phoenix 115-110.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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