Dal 1992 a oggi le occasioni in cui palazzo Ducale ha fatto parlare di sé sono state innumerevoli: lunedì tuttavia a rendere splendide le già perfette statue della Sala del Maggior Consiglio è stato Andrea Odicini. Giochi di luci bianche e blu, musica alta e vesti fluttuanti hanno incantato i freddi marmi di palazzo Ducale, testimoni d'eccezione della sfilata dello stilista ligure.
Il maestro genovese ha iniziato proprio nella città natale la carriera di couturier di grido, le cui creazioni hanno calcato la lunga pedana di palazzo Ducale l'altra sera in occasione del concorso «Giovani talenti della moda»: Andrea Odicini ha scelto le creazioni di sei giovani stilisti tra i 18 e i 30 anni, i cui vestiti da sera, rigorosamente in nero, il colore che per eccellenza esalta le linee e avvolge un donna di mistero, hanno aperto la prestigiosa sfilata.
Un successo già sperimentato lo scorso anno, a Stazione Marittima, come ricorda il sindaco Marta Vincenzi: Comune, Provincia e Camera di Commerico tra le principali istituzioni a sponsorizzare l'evento, vinto per l'edizione 2010 da Elena Astrici, Matteo Brizio, Lana Gasparyar, Elisa Gibaldi, Azzurra Scerni e Laura Stuttgart.
Le modelle non sono state le uniche a sfilare naturalmente: l'occasione mondana ha dato modo alle piccole e grandi celebrità della high society di Genova la possibilità di dimostrare come, in fatto di buon gusto ed eleganza, le genovesi non abbiano nulla da invidiare a città come Firenze, Roma o Milano.
La nota riservatezza di Andrea Odicini ben si accorda all'universalmente celebre chiusura genovese: oltre che per le creazioni sobrie ma fantasiose, il maestro Odicini ha stupito per il saper riproporre i grandi classici con dettagli innovativi e di gusto.
Si inizia con avvolgenti giochi di lana e inserti di pelliccia per immaginare un inverno 2010 confortevole e raffinato, fino a entrare nel vero e proprio mondo Odicini fatto di impalpabili vesti nere che accompagnano e danzano intorno al corpo femminile. Non mancano abiti bustier mozzafiato, impreziositi dai bijou di Camilla Teglio e dai brillanti dettagli di tessuti preziosi. Immancabile l'abito da sposa, un sogno delicato e bianco che ha il sapore della favola d'altri tempi.
Aperto nel 1976 a Palazzo Cambiaso, ereditato da Fina Trottmann, l'atelier di Odicini ha per lungo tempo chiuso lasciato i propri battenti chiusi alle signore che da sempre apprezzano lo stile diretto e fantasioso del genovese couturier: solo dal 2005, dopo un'assenza dal mondo della moda durata ben dieci anni, il maestro è tornato con una sfilata di Alta modo a Roma, e da allora non si è più fermato.
Odicini è apprezzato e deve la sua notorietà in parte anche al suo savoir-faire e alla straordinaria capacità di saper rendere le proprie clienti femminili e affascinanti senza stravolgere la loro personalità: il mix tra linee classiche e la morbidezza dei tessuti proposte durante l'ultima sfilata non fa che confermare la fama del'artista genovese.
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