Il conto alla rovescia è iniziato, entro il 2012 la Provincia di Genova uscirà di scena. Sparirà come una nuvola spazzata via dal vento di tramontana. A spingerla via il tornando Tremonti che sulla scomparsa dei nove enti delle future città metropolitane è stato chiaro.
Ma, ad oggi, il consiglio provinciale esiste e lavora. Non si può dire funziona, appare come un vuoto esercizio dialettico che ne fa declassare il ruolo e, per esperienza diretta di chi scrive, la funzione dei tanto vituperati Municipi sicuramente più incisiva. Non si può dire funziona perché i suoi compiti rimangono a tratti misteriosi. Come misteriosi sono i fantasmi, i fantasmi dei trentasei consiglieri di Palazzo Spinola che ancora ieri pomeriggio si sono riuniti per discutere sui temi della Provincia e, neanche a dirlo, cè chi si lamenta del fatto che i consiglieri provinciali non sono informati sulle competenze dellente sul territorio. Lavori che, partiti con trenta minuti di ritardo sullorario previsto (alle 15 in aula non cera lombra di un consigliere), proseguono con unaltra minaccia, ancora più prossima, che aleggia sul consiglio provinciale ed in particolare sulla sua maggioranza: il rimpasto annunciato dal presidente Alessandro Repetto. «Una cosa allucinante- commenta Renata Oliveri, candidata un anno fa dal centrodestra per la presidenza di Palazzo Spinola- che passa prima dagli organi di stampa e poi dalle sedi istituzionali».
Mentre la Oliveri si lamenta a voce alta, i consiglieri di maggioranza borbottano, ma a penna lontano dal taccuino: tutti disorientati dalluscita del presidente che ai gruppi politici non avrebbe comunicato nulla. Trapelano i nomi di Renata Briano, Alessandra Sanò e Sebastiano Sciortino come capri espiatori del riassetto e, addirittura cè chi, nella minoranza, sarebbe pronto a muoversi per «salvare» la Briano, assessore in quota a Rifondazione Comunista ma, a quanto pare, gradita anche a qualcuno nel centrodestra. E, a proposito di quote, bisognerà vedere come Repetto riuscirà a mantenere il bilancino della maggioranza visto che, un anno fa, la scelta dei tredici componenti della sua giunta non fu certo cosa semplice e dovette rispondere ad equilibri politici estremi dovendo premiare anche i partiti microscopici che avevano contribuito alla sua elezione. «Repetto passi da tredici a sei componenti, la Provincia è in liquidazione- incalza la Oliveri-. Ad oggi abbiamo assessori che questo ente non ha neanche».
Tutti disorientati dalla decisione del presidente e, mentre alcuni pensano che tutto finisca in una bolla di sapone e Repetto sia costretto a rivedere solo le deleghe ma a non toccare gli uomini, altri pensano che lex Margherita tenti un atto di forza.
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