nostro inviato a Potenza
Il clima di vacanza imposto dal ponte dellImmacolata non rallenta il motore dellinchiesta di John Henry Woodcock. Il pm è lontano da Potenza, e anche il procuratore capo Giuseppe Galante si è concesso un week end lungo lontano dal lavoro. Ma non vanno in ferie le polemiche per lindagine sulla presunta associazione per delinquere finalizzata allestorsione e allo sfruttamento della prostituzione. Unorganizzazione che girerebbe intorno allagente delle star Lele Mora e allex modello Fabrizio Corona, titolare dellagenzia fotografica Coronas (che ieri si è autosospeso da ogni carica sociale «al fine di tutelare la mia famiglia e la società da me amministrata nonché i dipendenti e i collaboratori tutti»), avvalendosi di un nutrito team di paparazzi.
Gli inquirenti confermano di essere convinti dellesistenza di una vera e propria organizzazione strutturata, attiva nei business dei fotoricatti e del sesso, ma smentiscono che al momento si indaghi anche per spaccio di droga: non sarebbero dunque emersi elementi di rilevanza penale su «festini alla coca» per vip o su traffici di stupefacenti tra personaggi del mondo dello spettacolo. I due filoni centrali dellinchiesta, quindi, restano quello dellestorsione, nato su input diretto di unaspirante starlette che si è presentata spontaneamente da Woodcock alcuni mesi fa per denunciare il sistema di ricatti di cui lei stessa era rimasta vittima, tirando pesantemente in ballo Corona e Mora, e quello della prostituzione, partito invece dallintercettazione di una conversazione tra Vittorio Emanuele di Savoia e Ugo Bonazza sulla presenza di ragazze dello staff di Mora nel casinò di Campione dItalia, nellinchiesta che lestate scorsa portò il principe dietro le sbarre.
Mentre si moltiplicano le vittime finite nel mirino - letteralmente - dei tanti fotografi che secondo gli investigatori lavoravano per lorganizzazione, la squadra mobile della questura lucana continua nel lavoro di analisi delle intercettazioni, a cui seguiranno ovviamente gli interrogatori di riscontro dei vip caduti nel presunto tranello e dei responsabili dei «ricatti». Allo stato tra i primi ci sono quasi solo calciatori e personaggi televisivi, ma non si esclude che lacquisto di foto imbarazzanti per evitare lo scandalo sia stato proposto anche a esponenti politici, del mondo imprenditoriale e della finanza. Più tenue la posizione delle decine di ragazze, molte già interrogate, che sarebbero state usate come «esca» per gli scatti proibiti: non pare che queste fossero del tutto consapevoli del sistema finalizzato a estorcere consistenti somme di denaro. Quanto alle vittime, la lista al momento conterrebbe almeno una decina di calciatori professionisti. Ieri è spuntato anche lex azzurro Francesco Coco, che ha avuto relazioni amorose, raccontate dalle cronache rosa ma senza scandali, sia con Manuela Arcuri che con Francesca Lodo, entrambe legate alla scuderia di Mora. Tra gli altri nomi di vittime dei ricatti circolati in questi giorni quelli di Anna Falchi, Michelle Hunziker ed Eros Ramazzotti, Adriano, Alberto Gilardino e Francesco Totti, Manuela Arcuri (che ha ammesso i ricatti «assolvendo» però i protagonisti dellindagine in corso), Lapo Elkann (ma la voce di un misterioso «video» è stata smentita) e Barbara Berlusconi.
Quanto a Gilardino, attaccante del Milan e degli Azzurri, ieri il vicepresidente rossonero, Adriano Galliani, ha replicato seccamente alla notizia secondo cui il Milan avrebbe acquistato immagini del calciatore ritenute compromettenti: «È totalmente falso che io abbia pagato alcuno per ritirare dal mercato foto di Alberto Gilardino, è una bugia clamorosa».
Si indigna anche Emilio Fede, tirato in ballo per un interrogatorio con Woodcock: «Il pm - ha spiegato il direttore del Tg4 - sa benissimo che sono stato ascoltato su unaltra vicenda. Con Vittorio Emanuele ho avuto un incontro di pochi minuti. Non frequento il Casinò di Campione da otto anni. Non mi risulta che starlette di Rete4 frequentassero il Casinò».
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