Se Genova è considerata capitale della parsimonia e dello spendere morigerato, Camogli sotto questo aspetto è considerata, addirittura dai genovesi stessi, un esempio da seguire. Da sempre infatti i Camoglini hanno avuto la nomea di poco propensi alla spesa e soprattutto allo sperpero a fronte di una gran tradizione come popolo attento ai propri guadagni. E d'altronde cosa se non questo spirito ha potuto permettere nel passato a Camogli di divenire la Città dei mille bianchi velieri, città di armatori rinomati le quali imbarcazioni solcavano i mari di mezzo mondo.
In questo periodo di cambiamenti sociali e storici e di incertezza verso le riserve del destino, anche la tradizione secolare dell'acerba sensazione che si prova al momento di tirare fuori il soldo sembra vacillare nel cuore del paese rivierasco. Se dunque quando non si spende, la tradizione non vuole mugugni, adesso capita che si spenda, ma si spenda male, oltraggio impensabile per un camoglino.
Il fatto incriminato è agli onori della cronaca, si tratta della mostra gradevole e originale allestita nella stupenda cornice del Castel Dragone, Un portale sul mare e verrebbe da aggiungere il nostro portafoglio che suona. Infatti per allestire l'esposizione multimediale permanente il Comune di Camogli ha ricevuto una sponsorizzazione dalla Regione di 90mila euro. Si tratta indubbiamente di un evento che ha come principale merito la valorizzazione di un simbolo del paese: il Castel Dragone risalente al XII secolo e fino ad ora poco utilizzato, ma che probabilmente nelle misure ha oltrepassato tale necessaria e sentita esigenza.
17mila euro sono stati spesi per acquistare i supporti tecnologici necessari, n. 12 televisori dell'ultima generazione, 3 monitor, 11 lettori Dvd, 5 computer, 1 videoproiettore, la mostra infatti è una piattaforma tecnologica che tramite questi dispositivi coniuga la vita marittima all'avanguardia dell'attuale tecnologia, il resto della cifra è andato a coprire l'avanzato sistema tecnologico che permette il collegamento firewire in diretta tra il Castello e il Cristo degli abissi, situato di fronte a S. Fruttuoso, per il progetto, per l'allestimento dell'esposizione e per il sito internet relativo.
Cosa ne sarà di questo prodigioso armamentario una volta dimessa la mostra, se ad esempio la prossima Giunta comunale in caso di sostituzione, le elezioni sono ad aprile, non valuterà proseguibile l'esperienza? Saranno accantonati nei magazzini comunali? Saranno utilizzati dai ragazzi delle scuole? È lecito sperare che non vengano lasciati ad invecchiare, ma che possano invece integrare le tecnologie a disposizione del territorio comunale, scuole in primis appunto.
Questa riflessione prende spunto da uno strano malessere che camoglinamente parlando investe la popolazione quando si viene al corrente di uno spreco, perché si sono spesi 90 mila euro per tale attrezzatura, quando la biblioteca comunale ha a disposizione un solo computer, antesignano, ed internet allacciato dal luglio della scorsa estate è a pagamento per una tariffa salata a livelli strabilianti, 1.50 per mezz'ora di utenza? Senza scherzare potrebbe essere fra i prezzi più alti nella media europea.
Oltretutto il servizio risulta gratuito nel Comune di Sestri Levante e a minor costo nella vicina Santa Margherita.
Internet sarebbe gratuito per gli studenti, peccato che l'orario dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 17 vada a combaciare con gli orari nei quali usualmente gli studenti sono a scuola e quindi del servizio non possono usufruire se non nel pomeriggio, ma ripeto con un solo computer a disposizione.
Aggiungo che, dolce finale, l'utente del servizio se deve utilizzare un floppy disc o un cd è costretto a comperare quelli messi a disposizione dalla struttura. Floppy, 50 centesimi e cd 1 euro, oltre il danno la beffa.
Non sarà il caso di spendere i soldi nelle reali esigenze e nei reali servizi necessari alla popolazione, fra i quali nel mondo odierno, internet diventa quasi un diritto di cittadinanza e democrazia, invece di utilizzarli come cassa di risonanza e marketing per l'operato dell'amministrazione e per l'immagine del paese? Almeno si cerchi di essere uguali nelle misure, prima i servizi, poi la promozione. Tutto a misura di cittadino.
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