Villa Rossi a Sestri Ponente, un salto indietro al Seicento. Costruita su commissione della famiglia Lomellini, è stata prima ceduta ai Centurione Spinola e poi acquistata nel 1855 dai Rossi-Martini, famiglia di banchieri genovesi, che l'hanno infine venduta al Comune nel 1931. Dopo aver ospitato a lungo una scuola elementare, sono previsti progetti di ristrutturazione per trasformarla in un punto di riferimento della delegazione, a livello culturale e artistico.
La villa che ha ospitato la principessa Sissi, moglie dell'imperatore Francesco Giuseppe, nel 1893, è circondata da un polmone verde di quarantamila metri quadrati. L'ingresso da piazza Poch, a due passi da via Sestri, è ordinato e il primo slargo sulla destra offre ai visitatori un'ampia aiuola centrale, molto erbosa e con decorazioni floreali. Un po' meno suggestive sono le spoglie aiuole perimetrali, le panchine integre, ma vecchiotte e piene di immancabili scritte, che «ornano» anche un muro laterale. Non mancano buche sul terreno lungo i vari sentieri e l'arco monumentale, nel primo tratto del percorso, è scrostato e mostra una scritta in latino quasi illeggibile. I cani sono tenuti al guinzaglio, tranne qualcuno di piccola taglia, che è lasciato scorazzare nei prati, a dispetto dei divieti. La zona giochi dei bambini è accessibile da una piccola salita da riasfaltare e gli scivoli, nuovi e con le imbottiture anticaduta sul terreno, non sono sfuggiti ad un'orda di grafomani. I sentieri che conducono a Villa Rossi, offrono panchine solo lungo i vialetti laterali e parecchie cartacce sono abbandonate tra il pietrisco. All'altezza della villa, si scorge un piccolo edificio ampiamente ricoperto da scritte a vernice, che sono presenti anche sul retro della struttura principale. Lo slargo centrale, presso la villa, si dirama su una piazzola laterale piuttosto trasandata con aiuole spoglie e altre buche da ricoprire. «Attualmente, l'Aster sta lavorando per potare le piante - spiegano alcune mamme - ci auguriamo che i lavori di manutenzione proseguano anche per sistemare alcuni gradini delle scalinate del parco che, essendo molto consumati e un po' sconnessi, creano difficoltà a salire e scendere, specie ai bambini e agli anziani».
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