Nelle casse di San Marino un miliardo frodato al fisco

Oltre 850 mln di redditi e Iva per 240 mln non dichiarati: a tanto ammonta l’evasione verso San Marino scoperta dalla Guardia di finanza con società italiane fatte apparire come sanmarinesi per evadere le tasse.
Era proprio questo il meccanismo, attraverso cui tre aziende di cui è titolare un imprenditore marchigiano, avevano evaso, non dichiarandoli al fisco, redditi per 14 milioni di euro e Iva per circa 1,5 milioni, ora recuperati a tassazione.
A scoprire l’ennesima frode gli uomini della Guardia di Finanza di Urbino, che hanno denunciato un imprenditore della provincia di Pesaro. Le verifiche hanno riguardato tre aziende: una marchigiana, specializzata nella produzione e nel commercio di prodotti nutrizionali, e due di diritto sammarinese, dedite alla commercializzazione degli stessi prodotti, tra cui anche integratori a base di microalga Klamath, dal nome del lago dell’Oregon. In particolare anche attraverso lo scambio informativo con gli investigatori sammarinesi, è stato possibile ricondurre in capo all’imprenditore marchigiano l’amministrazione «di fatto» delle tre società e quindi la ricollocazione, in ambito nazionale, dell’oggetto principale dei soggetti economici dichiarati sammarinesi, recuperando a tassazione materia imponibile per circa 14 milioni ed Iva per circa 1,5 milioni di euro.
Il meccanismo è sempre lo stesso, infatti, con il termine «esterovestizione» si intende la fittizia localizzazione all’estero della residenza fiscale di una società che, al contrario, ha di fatto la sua attività e persegue il suo oggetto sociale in Italia. Lo scopo principale della localizzazione, tipicamente in un paese con un regime fiscale più vantaggioso di quello nazionale, è quella di fare in modo che gli utili siano sottoposti a una minore tassazione. Segnalati alla magistratura competente i tre responsabili (due marchigiani e un napoletano) per i reati di omessa dichiarazione (avendo superato le soglie di imposta evasa statuite dall’ordinamento tributario) e di dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici.
Dall’inizio dell’anno sono state ben 330 le verifiche della Guardia di Finanza, con la scoperta, come si diceva, di redditi sottratti a tassazione per oltre 850 milioni di euro e un’Iva evasa per circa 240 milioni. Mentre sono attualmente in corso di svolgimento altre 800 verifiche.
Sono questi i significativi risultati del vasto piano d’azione contro l’evasione fiscale internazionale e le frodi sull’Iva poste in essere nei rapporti tra operatori nazionali e della Repubblica di San Marino avviato dalla Finanza nel 2010.

L’indagine interessa, in particolare, due tipologie di fenomeni: casi di proventi derivanti da evasione fiscale realizzata da imprese nazionali, individuate a seguito di investigazioni di polizia giudiziaria, che avrebbero veicolato «capitali sporchi» verso società finanziarie di San Marino per poi farli rientrare «puliti» nel territorio nazionale sotto forma di finanziamenti e aperture di credito in favore di imprese affiliate; frodi Iva «carosello» attuate tramite società «cartiere» fittiziamente interposte negli scambi commerciali fra imprese italiane e sammarinesi operanti principalmente nei settori dell’elettronica, telefonia mobile, elettrodomestici, abbigliamento, calzature, cartoleria e prodotti per la pulizia.

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