Nelle farmacie a ruba gli immuno-stimolanti

MEDICINE Le scorte di anti-virali cedute col contagocce. Molto richiesti gli anti-batterici per le vie orali e i prodotti che aumentano le difese naturali

Nelle farmacie a ruba gli immuno-stimolanti

L’influenza A dilaga? L’Italia è il Paese più colpito dal virus assieme alla Spagna? Undici le vittime fin qui? In risposta all’allarme scatenatosi la gente si riversa in farmacia, dove i timori legati alla pandemia si traducono in abbondanti scorte di medicinali. «Negli ultimi gironi abbiamo registrato un aumento esponenziale della domanda collegabile alla psicosi da A/H1N1», spiega il titolare di una farmacia dalle parti di San Pietro. Stesso discorso anche altrove: dal centro alla periferia, da Prati a Tor Carbone, dall’Eur ai Parioli, il refrain non cambia. Ma, a sorpresa, a finire nella busta della spesa non sono solo gli antivirali indicati per il trattamento della patologia in questione, Tamiflu e Relenza, che peraltro vengono ceduti con il contagocce, perché molti farmacisti rivelano in segreto di darli solo ai clienti abituali per non rischiare di deludere i propri aficionados. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dicevamo, hanno subito un’impennata anche le vendite di immunostimolanti naturali, sia fitoterapici che omeopatici, che alzano le difese immunitarie. Particolarmente richiesto pure un antibatterico per le vie orali superiori.
In una farmacia in zona piazzale Clodio ci fanno sapere da dietro il bancone che le vendite di questo particolare prodotto, se paragonate a quelle effettuate a ottobre del 2008, sono addirittura triplicate.
Ma è del vaccino che la maggior parte delle persone vanno in cerca nelle farmacie. «Solo che noi non lo vendiamo - spiega un farmacista sulla Cristoforo Colombo - per quello bisogna andare dal medico di base e se uno rientra nelle categorie considerate a rischio allora gli viene somministrato di lì a poco». Già, però sembra che questo sia un concetto difficile da far entrare nella testa della gente. «In tanti sono convinti, non si sa bene come mai, che ne abbiamo un po’ di scorte nascoste sottobanco», fa una smorfia stupita la collaboratrice di una farmacia sulla Trionfale. Ci ride su un farmacista vicino all’Aurelia: «C’è persino un cliente che, quando gli ho detto che il vaccino non lo avevo, mi ha chiesto se per caso potevo andare alla farmacia del Vaticano, dove tra l’altro non mi risulta che ce ne sia, a procurarmene una dose per poi rivendergliela di contrabbando». Di contrabbando, per ora, viene venduto solo il gel disinfettante per le mani che, nonostante i divieti, molti farmacisti hanno iniziato a produrre da ormai qualche settimana in laboratorio, visto che di quello tradizionale sembra non esserci più traccia praticamente in tutta la città.
Di farmacia in farmacia, tastando il polso alla situazione infine ci si accorge che la psicosi da influenza A si sparge ancora più rapidamente del virus stesso. «I più preoccupati? Forse i giovani», tirano le somme in una farmacia al centro.

Oltre agli anziani sarebbero gli under 40 quelli che per ora appaiono più determinati a prendere delle contromisure per dribblare il virus o, perlomeno, per farsi trovare pronti nel malaugurato caso che lo contraggano. «Ma in genere si tratta di soggetti ansiosi», provano a minimizzare sempre nella stessa farmacia di prima. Con l’aria che tira molti preferiscono gettare acqua sul fuoco.

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