Nelle grandi banche dinvestimento europee parte una nuova ondata di maxi-tagli di posti di lavoro: quasi 40mila il totale dei licenziamenti previsti nei piani di riorganizzazione varati da tre dei maggiori istituti del Vecchio Continente: Hsbc, Ubs e Credit Suisse. Segno di un settore ancora in difficoltà (anche le statunitensi Goldman Sachs e Bank of America hanno messo mano a dimagrimenti) e che vede in particolare gli istituti europei costretti a correggere di nuovo la rotta, dopo aver bruciato 230mila posti di lavoro dallinizio della crisi finanziaria dei mutui subprime. Lintervento più massiccio è del colosso bancario Hsbc Holdings, che ha pianificato 30mila uscite da qui al 2013 (296mila il totale dei dipendenti alla fine del primo semestre di questanno) nonostante un primo semestre chiuso con un utile netto in crescita del 36% a 9,2 miliardi di dollari. La crisi delle banche daffari - con gli istituti che stanno reagendo al calo dei ricavi da contrattazione e alle preoccupazioni per limpatto della crisi del debito - potrebbe presto portare a ulteriori riduzioni. Tanto che alcuni analisti della City calcolano che nel solo distretto finanziario di Londra rischiano di venire eliminate entro la fine dellanno fino a 16.000 posizioni.
Corposo il taglio di personale programmato anche dalla svizzera Ubs con 5mila licenziamenti, circa il 4% dei suoi 50mila dipendenti, che ha quasi dimezzato lutile netto nel secondo trimestre. A seguire Crédit Suisse che ne prevede 2mila. Per tutti la parola dordine è risparmiare in modo da far fronte a costi di finanziamento più onerosi, una regolamentazione sul patrimonio più stringente e al generalizzato calo dei ricavi che ha colpito lindustria finanziaria.
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