Vale sei punti, detta da Conte. Ma vale sei punte, vedendo chi se la può giocare: da Del Piero a Di Natale e via scorrendo da Matri a Borriello, da Quagliarella a Giaccherinho Giaccherini che ha preso gusto a far gol. Vucinic è in stand by e Floro Flores un buon panchinaro. Roulette russa da pocket bomber guardando allaltezza di metà della compagnia, compreso Giaccherinho che, con il suo metro e 67, è il più nano della compagnia.
Juve e Udinese non può essere altro che una storia in bianco e nero (battuta facile) o in bianco e neuro (battuta pericolosa ma aderente allo stile dei tecnici). Laltra volta, un mese fa, ci siamo fermati al bianco dei gol: 0-0 e arrivederci. Ma nellottica del bianco e nero non cè di meglio che disegnarla sulle sagome dei due uomini immagine. Immagine vecchio stile, quella dei giocatori bandiera: da una parte il Capitano che non tramonta mai, dallaltra il Totò che non tradisce mai. Parli di gol e Di Natale sta ancora in testa alla classifica dei cannonieri come gli capita da tre stagioni a questa parte. Parli di maglia e lo rivedi baciare un simbolo, sposare unidea, unemozione da vivere lassù nel vecio Friuli. Poteva andarsene (toh! guarda: alla Juve) ed è rimasto calato nellaltro universo bianconero che forse non avrà lo charme dellAgnelli ma ha la ruvidezza del Pozzo.
Cè qualcosa che unisce Del Piero e Di Natale e non è solo nel numero dei gol e nemmeno nellaltezza che non è da bulli. Li unisce la credibilità presso i tifosi, larte del mettere la palla in rete e la raffinata seta del loro calciare. E se Di Natale segna e gioca per marcare il suo attaccamento, Del Piero segna e gioca per marcare la nostalgia che provocherà il distacco: agli altri, prima ancora che a lui.
Per certi strani segni del destino il Capitan bandiera juventino non ha ancora segnato in campionato ed ha appena stracciato la nuvola della maledizione con una punizione ad origine controllata, mandata a buon fine in coppa Italia contro la Roma. Rotto lincantesimo cè da attendersi di meglio e di più. Le vie del pallone hanno una logica tutta loro e forse non è un caso che Del Piero abbia lasciato il segno calciando una punizione, simbolo di un record: è il giocatore in attività che ha segnato più gol con quellarte (47) e quello che ne ha segnate di più in serie A (21). È il suo rifugio sicuro: la punizione, il gol, oggi lo sono più ancora della Juve che era la sua casa ed ora è soltanto il suo residence. E lasciate pur dire Conte con quel «vogliamo continuare a stupire». Il simbolo dello stupore sarà ancora una volta in un gol di Del Piero. A Torino lo attendono sempre: che il capitano parta dal campo o che stia con la molla pronta per scattare dalla panchina.
Oggi la Juve è ancora più sicura e rassicurata di un mese fa, Del Piero è tornato a segnare, Conte ha lasciato cadere la solita frase, un po artefatta: «Alex non è un problema, semmai una soluzione». Del Piero e Di Natale sono le soluzioni di Juve e Udinese, come Giaccherini è stato la variante impazzita bianconero-juventina di questa stagione che sta pescando da tutti un tocco in più.
Dunque, a maggior ragione, Juve e Udinese oggi potrebbero scrivere la partita delle bandiere, dei bomber tascabili, del piccolo grande amore per i cannonieri che non si scordano mai. Di Natale non si preoccupa se gli spariscono le spalle (prima Quagliarella, poi Sanchez) e nemmeno se lUdinese vende e rivende e forse si indebolisce. Segna al riparo della sua quercia friulana. Senza rovinarsi il fegato se non riesce a darsi internazionalità.
Tra Alex e Totò ci sono solo tre anni e quasi cento gol di differenza. Oggi Di Natale è ancora in testa alla classifica dei marcatori (14 reti), Del Piero alla classifica del dolce amore bianconero. Quel golletto in coppa è un affronto: tra i bomber, veri, presunti o novelli (Borriello), è lunico bianconero-juventino ancora a zero in campionato. Ha segnato perfino Quagliarella che ha giocato meno di lui.
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